Si può produrre carne in modo sostenibile? Certamente sì, grazie all’erba dei pascoli, un modo semplice e naturale di alimentare gli animali, che porta i consumatori verso una scelta consapevole dei prodotti e gli allevatori all’adozione di una gestione di pascoli e animali più rispondente alle nuove esigenze dei mercati.
Allevamenti sostenibili: il meeting
Su questi temi si sono confrontati sul campo, il 6 e 7 novembre scorso, a Macomer in provincia di Nuoro, una ventina di ricercatori e tecnici degli enti partner del progetto ‘iGRAL’, durante il meeting di avvio dell’attività di ricerca triennale. Il progetto mira a individuare sistemi di produzione della carne bovina ‘grass-fed’, cioè di animali allevati impiegando quasi esclusivamente erba di pascolo, che può conferire ai prodotti un alto profilo qualitativo.
Al tempo stesso, i ricercatori valuteranno il ruolo di due razze rustiche al momento poco valorizzate in Italia, la Highland e la Sarda, nel ripristino di aree marginali di montagna degradate a causa dell’abbandono.
Nel corso dei due giorni sono stati definiti i piani sperimentali e gli indicatori di performance produttive e ambientali da monitorare in quattro siti di studio localizzati in Piemonte e Sardegna. Durante l’attività di ricerca triennale saranno messe a confronto diverse situazioni lungo un gradiente che avrà come estremi da un lato il totale abbandono e, dall’altro, condizioni del pascolo “ideali”.
Allevamenti sostenibili: gli attori della filiera di produzione
In mezzo, si valuterà la gestione ordinaria delle mandrie bovine da parte delle aziende coinvolte, a confronto con una gestione “migliorata”, che prevede l’adozione di alcune pratiche per aumentare la sostenibilità degli allevamenti. Tali sistemi consentiranno di massimizzare la produttività zootecnica, incrementando contemporaneamente biodiversità e benessere animale.
iGRAL è sostenuto da Ager con 199.919 euro all’interno del bando a favore dell’agricoltura di montagna e prevede un partenariato composto da Università degli Studi di Torino, capofila del progetto, Università degli Studi di Sassari, Consiglio Nazionale delle Ricerche e AGRIS Sardegna.
Gli attori locali interessati alla filiera di produzione della carne bovina (allevatori, trasformatori, venditori, decisori politici e altri stakeholders) saranno attivamente coinvolti nel progetto insieme ai consumatori, dei quali sarà valutata la disponibilità all’acquisto e a riconoscere il maggiore valore della carne ‘grass-fed’ pagando un prezzo più alto.