Non può restare inosservata la presentazione del rapporto ‘Donne nel mondo 2015’ delle Nazioni Unite che fotografa la “violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia”.
Secondo la ricerca statistica, il 35% delle donne ha subito una violenza fisica o sessuale dal proprio partner oppure una violenza sessuale da un’altra persona ad un certo punto della loro vita.
È l’allarme lanciato dall’ONU che sottolinea che anche che due terzi delle vittime degli omicidi commessi all’interno dell’ambito familiare sono donne.
Dalla ricerca Onu arriva anche la conferma che prosegue la discriminazione in ambito lavorativo tra uomini e donne.
I tassi di disoccupazione rimangono più elevati per le lavoratrici, e le donne occupate a tempo pieno nella maggior parte dei Paesi hanno uno stipendio che va dal 70% al 90% di quello dei colleghi maschi.
I dati sui cui riflettere sono davvero molti. Interrompere questo ciclo di violenza e la discriminazione sui posti di lavoro oggi e fondamentale per non trasferirla nel futuro, tenendo bene a mente che i dati di questo rapporto sono il sunto non di numeri, ma di milioni di vite reali di donne e dei loro bisogni, i loro timori, le loro paure, i loro desideri di avere una opportunità, una, di poter ricominciare a vivere nel rispetto e con dignità.