Le iniziative del Comune di Napoli contro l’allarme obesità
Il Comune di Napoli offrirà nell’occasione una panoramica dei parchi gestiti dall’amministrazione con accesso libero e di tutti i luoghi nei quali è possibile svolgere gratuitamente attività motoria. A promuovere il progetto di contrasto alla sedentarietà e all’obesità, oltre al presidente Silvestro Scotti, il dottore Rea Bernardino, (pediatra di famiglia e componente della commissione “CUG”), i consiglieri Vincenzo Schiavo, e Clara Imperatore, ma più in generale tutto il Consiglio dell’Ordine dei Medici di Napoli, pronto a spendersi affinché si potesse realizzare un momento concreto di confronto e di programmazione assieme al Comune di Napoli.
I dati raccontano di una Campania che ha il 44% di bambini in eccesso ponderale, contro una media nazionale del 33%. Questo conferisce alla nostra regione il primato non invidiabile di essere la prima d’Italia (rispetto alla percentuale di bambini in eccesso ponderale). Inoltre, per quel che riguarda lo sport, il 23% dei bambini campani risulta essere inattivo, mentre la media nazionale è ben al di sotto (17%). Le cose non migliorano quando dai bambini si passa agli adulti (18-65 anni). Anche in queste fasce d’età la Campania continua a detenere il primato per quota più alta di persone in eccesso ponderale (poco più della metà: 50,5%) e per quanto riguarda la sedentarietà è al secondo posto dietro la Basilicata con il 50% di campani che sono sedentari. Infine, anche per la popolazione con più di 64 anni, la Campania detiene il primato in Italia con il 66% della popolazione in eccesso ponderale e con il 55% di persone sedentarie.
Il modello Parigi contro l’obesità
La sedentarietà è più frequente all’avanzare dell’età, fra le donne e fra le persone con uno status socioeconomico più svantaggiato, per difficoltà economiche o basso livello di istruzione. A livello globale i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sottolineano che l’86% delle morti e il 75% della spesa sanitaria in Europa e in Italia sono determinate da patologie croniche non trasmissibili.
Nel nostro Paese le malattie croniche non trasmissibili (MCNT) sono ritenute responsabili, per il 2010, del 92% dei decessi totali registrati, in particolare le malattie cardiovascolari (41%), i tumori (29%), le malattie respiratorie croniche (5%) e il diabete (4%). Le MCNT hanno come minimo comune denominatore 4 principali fattori di rischio: fumo, abuso di alcol, scorretta alimentazione e inattività fisica.