Il cantautore Matteo Di Fabio, in arte Matteo Farge, dopo aver raggiunto la semifinale nazionale del Tour Music Fest – The European Music Contest nella categoria Autori, ha deciso di pubblicare il suo nuovo brano dai profumi mediterranei: “Limoni”.
Un video… semplice!
Il video che accompagna “Limoni”, così come il brano stesso, è stato girato all’insegna della semplicità e della sobrietà. Non è un caso, dunque, la scelta delle immagini in bianco e nero, che sottolineano l’essenzialità del brano, che mira direttamente ai sentimenti e alle emozioni dell’ascoltatore.
«Il mio intento era quello di far ascoltare il testo congiunto alla melodia, quindi, suonare “Limoni”. Del resto, leggere un testo di una canzone senza musica è come guardare una donna senza parlarci: è a metà».
Passando al brano, lo stile di Farge è indirizzato verso un sound scarno ma incisivo, fatto di voce, chitarra acustica e armonica; un approccio minimale, che guarda al cantautorato nella sua forma più primordiale e diretta, per un testo con chiari riferimenti metaforici alla genuinità del sud Italia, qui accostata all’odore dei limoni.
Chi è Farge?
Una chiacchierata con Farge
Ci sono tante domande che possiamo porci dopo l’ascolto di “Limoni”, perché non rivolgerle all’autore stesso? Ecco, quindi, una veloce chiacchierata con Matteo Farge.
Benvenuto su Cinque Colonne Magazine, partiamo con la nostra classica domanda di rito: Chi è Matteo Farge?
“Non l’ho ancora capito, non sono esclusivamente un musicista, non sono esclusivamente uno scrittore, non sono esclusivamente un poeta, non sono esclusivamente un cantautore, non sono esclusivamente un militare, non sono esclusivamente uno sportivo e non sono esclusivamente un sindacalista.
Non saprei proprio… Sono certo di essere un “uomo” con molti difetti, pregi, vizi e qualche virtù.
È comunque un buon punto di partenza visto che oggi non è scontato essere un “uomo”. Mi cerco e mi metto costantemente in dubbio, credo di avere a disposizione una vita per trovarmi e spero che sia un tempo sufficiente”.
Quando hai iniziato ad approcciarti col mondo della musica? Quali sono i tuoi primi ricordi?
“Il primo reale ricordo musicale risale all’età di sette anni, quando accompagnai mio padre elettricista a fare un lavoro presso una famiglia del paese. Ricordo che in quella casa ci abitava una persona con problemi psichici, ero incuriosito poiché usciva di rado e si raccontavano strane storie secondo me poco veritiere e molto fantascientifiche. In finale… Chiesi di poter toccare una chitarra che avevo individuato in un angolo. Ora è nella mia mansarda. Una castelfidardo malconcia”.
Prima di parlarci del tuo ultimo lavoro musicale, puoi parlarci del tuo brano “Giorni”?
“GIORNI” È quello che “succede” quando ci si ferma dopo una grande corsa. Ti domandi:” Dove sono arrivato? Cosa è cambiato? Quanti non ci sono più?”. Anche se apparentemente possiedi tutto ciò che un uomo medio può desiderare… Dov’è la vera serenità? Qual è il senso? Il terremoto, quando arriva fa crollare tutto… Soprattutto le vite di sabbia. Quei “GIORNI” somigliano molto alla fine… In realtà si potrebbe nascondere una seconda opportunità per ricostruire una vera e magnifica vita”.
Cosa ci puoi dire, invece, del tuo ultimo brano “Limoni”? Quali sono le differenze con “Giorni”?
“Limoni rappresenta i cambiamenti, gli inevitabili tramonti con le ombre sempre più allungate che ci trasciniamo dietro. Man mano che gli anni passano, la vita ossida certe emozioni. Arrugginiscono anche gli sguardi. Limoni è un profumo genuino, vivo, a tratti adolescente. È l’odore che percepii quando una ragazza sul confine dall’esser donna, come un vento dolce di Calabria mi passò accanto. I nostri sguardi si incrociarono e l’unica cosa che pensai fu: “È l’odore dei limoni che ti porti dietro… Qualche ombra Eigengrau… Non spegnerti mai”. Non potevo scrivere un testo con una sola frase tra le mani, così, dopo molti tentativi gettati nel water… Capii che il testo doveva essere, niente di meno che l’onesta descrizione del vuoto e della tristezza che avevo io intorno. Ho scritto solo la realtà… Limoni l’ho scritta così… Di notte, Seduto sul bidet, con i fogli poggiati sul water ed altri incastrati nel cassetto della lavatrice come fosse un leggio. Si ama in tanti modi… L’amore è sempre diverso dall’ amore”.
Come mai la scelta di realizzare un video in bianco e nero?
“Riguardo all’utilizzo del bianco e nero le ragioni credo siano tre. La prima è per dare una forza figurativa e visuale all’odore e al colore dei limoni.. La seconda perché la scala di grigi rende ancora più povera la già scarna esecuzione voce-chitarra-armonica, quindi si equivalgono. La terza, un amico mi ha mostrato un video fatto “in casa” da Roger Waters e sinceramente mi è piaciuto molto.
Ho 35 anni e ne ho passati una trentina a progettare… A fare… A rincorrere… Credo che la cosa più importante è essere “accordato” ed “accordarmi” con me stesso altrimenti non avrebbe senso nessun altro progetto. Fare e dire qualsiasi cosa che sia in linea con la mia anima e la mia coscienza. Può darsi che domani mi scoprirò pescatore o agricoltore e queste canzoni siano solo un ricordo di provincia da raccontare a qualche nipote…”
Un saluto ai lettori di Cinque Colonne Magazine.
“Un caro saluto ai lettori di Cinque Colonne: è stato davvero un piacere passare qualche minuto con voi”.