L’All Stars Meeting è un evento organizzato dalla Fondazione Emblema a Napoli dal sette al nove Novembre alla Stazione Marittima. Il progetto principale è quello di definire meglio le competenze dei futuri laureanti. Sono stati selezionati circa trecento responsabili che si occuperanno di collaborare con le varie università per aiutare i manager e i dirigenti del domani. In particolare sono sottolineati i punti di forza e di debolezza in un curriculum vitae e che cosa ricercano le varie imprese.
L’evento si articola in tre giorni ricchi di attività: il sette novembre è prevista l’apertura ufficiale con un discorso introduttivo di Tommaso Aiello, direttore generale della fondazione. Successivamente è organizzata una “tavola rotonda” ovvero un animato dibattito tra il presidente AIDP Campania, l’assessore Formazioni e Pari Opportunità Regione Campania, il presidente Giovani Imprenditori di Confindustria Campania e il direttore Risorse Umane Automobili Lamborghini. L’otto novembre si terranno gli incontri tra le Università e le Aziende fino alle quattro e mezzo del pomeriggio, poi ci sarà il BDR Tour incentrato sulla formazione dei manager fino alle sette. L’ultima giornata inizierà alle nove e mezzo del mattino con i colloqui tra i cento candidati selezionati e le aziende. Dopo si parlerà dell’importanza del profilo social dei neolaureati e interverrà in merito alla questione un sociologo dell’Università di Catania.
Il direttore generale della Fondazione Emblema, con grande gentilezza e disponibilità, ha risposto ad alcune domande inerenti all’evento:
L’iniziativa proposta dalla Fondazione Emblema è molto interessante per i neolaureati che cercano lavoro e hanno bisogno di sostegno nelle loro scelte. Vorrei chiederle in che modo è nata e quali sono stati i motivi per cui è stata creata.
“La Borsa è interessante soprattutto per le università e le imprese, perché è l’unica iniziativa nel panorama nazionale che si propone un fine strategico, senza lavorare sull’immediato. La Borsa è nata nel 2007 con un’idea precisa: per riallineare formazione e lavoro si deve superare la logica di intermediazione (sin troppo diffusa in Italia) e creare un momento di raccordo diretto tra questi due mondi. Parlarsi, capire un’offerta e i fabbisogni dell’altro, e costruire un percorso formativo in funzione delle opportunità occupazionali. E’ un percorso molto complicato, ma le undici edizioni del Forum testimoniano che è l’unica strada possibile. Ne consegue che la Borsa è utile principalmente per quanti sono ancora all’università o vi devono ancora andare: sapere che questi due sistemi stanno dialogando, vuol dire avere maggiori possibilità di inserimento professionale quando termineranno gli studi“.
A suo avviso quale potrebbe essere la struttura ideale per un buon curriculum vitae?
“Un buon CV può avere tante strutture diverse, ma ci sono alcuni elementi che sono essenziali:
– Chi sei: quale è il tuo posizionamento, cosa hai studiato, le tue competenze.
– Cosa ti piace e cosa sai fare: soprattutto per le persone giovani è fondamentale il “fattore umano”, descrivere le proprie soft skills attraverso le proprie esperienze.
– Cosa vuoi fare: l’obiettivo professionale e in che contesto ti aspetti di realizzarlo.
Un buon cv, possibilmente accompagnato da una lettera di presentazione, deve riuscire a incuriosire, parlare del candidato (mentre molto spesso è un elenco di informazioni) e dimostrare interesse per quella specifica realtà a cui è mandato, senza risultare uno sterile ciclostile“.
I responsabili selezionati da varie imprese, sia grandi che piccole, sono circa trecento. Quali requisiti cercano maggiormente e in che modo un neolaureato potrebbe impressionare un possibile datore di lavoro?
“Qui non ho capito da dove ha preso questo dato: al Forum aspettiamo una cinquantina di imprese, mentre in questi giorni stiamo facendo un’indagine con cui puntiamo a raggiungere circa 250 selezionatori.
In ogni caso, se parliamo di neolaureati, ovviamente non c’è nessuna competenza che possa impressionare un selezionatore: se cerco un determinato “sapere”, questo è un prerequisito, non qualcosa che possa fare la differenza.
Oltre alle competenze, un recruiter in un neolaureato cerca motivazione e curiosità: caratteristiche che, mi creda, sono davvero rare da trovare, il che è paradossale perché si dovrebbe trattare di persone che non vedono l’ora di cominciare a lavorare“.