La scienza dell’alimentazione è tra quelle che più di tutte si dimostra al passo coi tempi. Dall’ultima dieta seguita dalle star alle campagne contro malattie cardiovascolari, dai programmi personalizzati in base ai ritmi lavorativi ai trend sul digiuno, intorno alla nutrizione gira un intero mondo. Pur nella loro varietà e flessibilità, possiamo affermare che l’elemento comune a tutti i regimi alimentari volti alla perdita di peso corporeo è la presenza di alimenti a basso contenuto glicemico.
Glicemia e insulina
Dopo anni trascorsi a teorizzare un’alimentazione priva di grassi, ritenuti i responsabili dell’aumento ponderale, si è scoperto che i veri nemici della salute sono in realtà gli zuccheri. Un’alimentazione ricca di zuccheri provoca un’innalzamento dei valori della glicemia nel sangue e quindi richiede da parte dell’organismo una produzione di grandi quantità di insulina per tornare ai livelli ottimali. Uno “sforzo” che, se reiterato nel tempo, può portare a sviluppare l’insulinoresistenza. Quella condizione, cioè, per la quale l’organismo non risponde più all’azione dell’insulina mantenendo alti i livelli di glucosio nel sangue. Questo è ciò che accade quando sopraggiunge il diabete. Le linee guida su una corretta alimentazione ci derivano da quegli studi che indagano ciò che avviene nel nostro corpo poco prima che si sviluppi il diabete.
Forma fisica e salute
Il primo dietologo a sviluppare un programma alimentare tenendo conto dei valori della glicemia è stato Michel Montignac sviluppatore dell’omonima dieta basata appunto sull’indice glicemico (IG) degli alimenti. Per indice glicemico si intende la capacità di un alimento di innalzare la glicemia nel nostro organismo. I suoi schemi alimentari prevedevano l’assunzione di cibi a basso indice glicemico, cibi, cioè, che mantengono bassi i livelli di glucosio nel sangue in modo da evitare un’eccessiva produzione di insulina. Da allora gli studi sull’alimentazione si sono concentrati su questo aspetto portando in evidenza un’altra sindrome molto importante che è quella metabolica. La sindrome metabolica, che è una forma di dismetabolismo, è generata da un’insulinoresistenza ed è il precursore di diabete e malattie cardiovascolari. Non a caso oggi, per delineare lo stato di salute di una persona non si guarda più solo alla bilancia ma anche al metro. La circonferenza addominale è uno dei fattori da tenere più sotto controllo perché collegato, appunto, all’insorgenza di malattie cardiovascolari.
Gli alimenti a basso contenuto glicemico
Quali cibi dobbiamo mangiare, quindi, per seguire un’alimentazione che tenga bassi i livelli di glicemia? Il web è pieno di tabelle che indicano gli indici glicemici dei singoli alimenti. Tra questi è bene preferire quelli con IG basso (tra 0 e 35), introdurre di tanto in tanto quelli a IG medio (tra 40 e 50) ed evitare quelli con IG alto (tra 55 e 100). Riassumiamo brevemente: carne bianca e rossa, pesce, uova, formaggi magri sono gli alimenti con il più basso contenuto glicemico. Tra i legumi troviamo i piselli e i ceci, tra le verdure le zucchine, gli spinaci, i cetrioli e i ravanelli. Nella parte buona della tabella troviamo anche il cioccolato fondente e l’avocado che merita qualche parola in più. Classificato come grasso buono al pari dell’olio EVO, l’avocado si è rivelato un’ottima fonte di nutrienti e proprietà per chi vuole mantenere il peso e proteggersi dalle malattie cardiovascolari e metaboliche.