Ortoressia: è questo il termine usato per il fenomeno alimentare contraddistinto dall’eccessiva attenzione ai cibi che si intendono consumare e alle loro caratteristiche. Dal 2013, il fenomeno è diventato così prepotente da indurre la comunità scientifica a classificarlo come patologia.
La sicurezza alimentare e l’attenzione al mangiar sano sono principi molto discussi nella nostra società, pur sempre patria della pasta al pomodoro, della pizza e del buon vino. A questi assunti è data una notevole importanza, tanto da portarli al centro del dibattito figurativo dell’Expo di Milano.
Cosa vuol dire in realtà “mangiare sano”? Non si può sicuramente prescindere da questa regola fondamentale per il nostro benessere, purtroppo però, le informazioni, filosofie e correnti di pensiero conosciute sono talmente numerose che, troppe volte, generano confusione. Dalle diete equilibrate alla totale esclusione di grassi e prodotti modificati, il dibattito sul cibo è tribunale aperto e costante, come se la nostra cultura, abbandonando ogni forma di spontaneità, soffra di per sé di ossessione alimentare e così i suoi adepti.
La principale esigenza del mangiar sano porta le persone a interessarsi di più di cosa si compone un alimento e di come interagisce col nostro corpo e, soprattutto, a non considerare l’aspetto psicologico del cibarsi. Oltre che a nutrire il corpo il momento in cui si mangia ha un aspetto psicologico e sociale non trascurabile, si tratta di un vero e proprio rito, di un momento di aggregazione.
Non volendo poi considerare le emozioni che in alcuni momenti si rispecchiano nel cibo, mangiare rappresenta oltre che l’atto del nutrirsi anche un modo per organizzare le proprie emozioni. Il cibo ha un suo linguaggio, per questo, il purismo alimentare non sempre è sano, in effetti questo porta a dedicarsi a regimi sempre più ristretti, un atteggiamento salutistico estremo che, a lungo andare, può portare conseguenze psicologiche anche rilevanti. Ortoressia, è questo l’atteggiamento ossessivo che contraddistingue chi elimina totalmente delle categorie di cibi dalla propria dieta, chi restringe il campo delle relazioni a chi condivide lo stesso regime alimentare. Si tratta di un disturbo dell’alimentazione alla cui base sussistono i tratti ossessivi del perfezionismo e del bisogno di controllo di ogni singolo alimento tanto da non essere più controllori ma controllati.
Le cause di questi comportamenti possono essere correlate allo stile di vita e ai modelli di bellezza che la società propone quotidianamente. Ideali di donne o uomini sempre in forma possono portare ad assumere l’atteggiamento di integralismo alimentare. Il comportamento di tali individui apparentemente è considerato responsabile e volto alla salute e per questo, non facilmente individuabile, inoltre, nutrizionisti, dietologi e naturopati possono essere alleati utili per chi soffre di ortoressia poiché i consigli di questi esperti possono essere interpretati a modo proprio per accentuare il proprio atteggiamento alimentare.
Ma come si identifica l’ortoressia? Di seguito riportiamo alcuni dei tratti comuni che possono interessare la patologia:
· Eccessiva selettività per gli alimenti: in questo caso si passa alla messa al bando di categorie intere di alimenti, come per esempio le verdure a causa dei pesticidi, cibi cotti etc.
· Studio accurato delle etichette degli alimenti per conoscere ogni singolo elemento che compone il cibo che si sta acquistando.
· Ansia di assumere alcune pietanze
· Difficoltà di relazionarsi con chi non condivide le proprie regole alimentari
· Tendenza a evitare cene e pranzi in compagnia poiché percepiti come minaccia
· Necessità di programmare ogni pasto
· Fanatismo alimentare, parlare spesso di come sia saggio il proprio stile alimentare
· Diventare esperti di nutrizione