(Adnkronos) – Più cereali integrali, frutta secca, frutta. Meno bevande zuccherate e carni lavorate. Se una quota crescente di popolazione si converte a una dieta sana, l’aspettativa di vita si impenna e può crescere anche di 10 anni. E’ quanto emerge da uno studio condotto in Uk e pubblicato su ‘Nature Food’, che mostra l’impatto concreto della scelta di spostarsi verso abitudini salutari a tavola. Nel Regno Unito, spiegano gli autori, si stima che le diete malsane causino più di 75mila morti premature ogni anno, di cui quasi 17mila nella fascia d’età tra 15 e 70 anni.
Il governo britannico e l’agenzia Public Health England hanno incoraggiato la popolazione a sposare modelli alimentari più sani, secondo le raccomandazioni della guida ‘Eatwell’. E’ servito? E un eventuale switch ha avuto effetti osservabili? E’ quello che il team – proveniente da diversi atenei, dall’università di Bergen in Norvegia all’università di Glasgow e di Newcastle in Uk – ha cercato di capire. Utilizzando i dati, provenienti dalla Uk Biobank, gli autori dello studio hanno rilevato che il cambiamento da modelli dietetici non salutari a regimi alimentari basati sulle raccomandazioni dietetiche della guida Eatwell è associato a un aumento di 8,9 e 8,6 anni nell’aspettativa di vita rispettivamente degli uomini e delle donne di 40 anni.
Nella stessa popolazione, un cambiamento alimentare prolungato da modelli alimentari non salutari a modelli alimentari associati alla longevità è risultato associato a un aumento dell’aspettativa di vita di 10,8 e 10,4 anni rispettivamente nei maschi e nelle femmine. “I nostri risultati hanno mostrato che il modello alimentare associato alla longevità prevedeva un’assunzione moderata di cereali integrali, frutta, pesce e carne bianca; un elevato apporto di latte e latticini, verdure, frutta secca e legumi; un consumo relativamente basso di uova, carne rossa e bevande zuccherate; un basso apporto di cereali raffinati e carne lavorata“, elencano i ricercatori.
Fra le indicazioni utili emerse dalla ricerca c’è anche un’indicazione su quali sono stato i cambiamenti a tavola che hanno garantito maggiori ‘guadagni’. Le associazioni inverse più forti con la mortalità (in termini di riduzione dei rischi, quindi) riguardavano i cereali integrali e la frutta secca. Mentre le associazioni positive più forti con la mortalità – quindi i fattori che incidevano in maniera da amplificare i rischi – riguardavano le bevande zuccherate e la carne lavorata.
Di conseguenza, aumentando i consumi di cereali integrali e frutta secca e diminuendo quelli di bevande zuccherate e carni lavorate, si ottenevano i guadagni più elevati in termini di aspettativa di vita. Guadagni tanto minori quanto più lungo è il ritardo nell’avvio della svolta verso la dieta sana. Anche se, puntualizzano gli esperti, pure per coloro che iniziano il cambiamento dietetico all’età di 70 anni il guadagno nell’aspettativa di vita si è visto, ed è stato calcolato in circa la metà di quello raggiunto dagli adulti di 40 anni. “Comprendere il contributo dei cambiamenti alimentari prolungati all’aspettativa di vita” è dunque importante, concludono gli scienziati, perché “può fornire una guida per lo sviluppo di politiche sanitarie“. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)