L’intelligenza artificiale quanto si sta evolvendo? Arriva Algho, il primo umanoide al mondo che riesce ad andare oltre l’empatia con gli esseri umani, arrivando a persuaderli.
Alla scoperta di Algho, ne parliamo con Ernesto Di Iorio, CEO di QuestIT
Empatia ed intelligenza artificiale, un binomio forse strano ma solo all’apparenza. Ne abbiamo parlato proprio con chi Algho l’ha progettato e “reso reale” ovvero Ernesto Di Iorio, CEO di QuestIT:
Andiamo per gradi, cos’è QuestIT?
QuestIT è un’azienda italiana specializzata nello sviluppo di tecnologie proprietarie di Intelligenza Artificiale. Crea Assistenti Virtuali personalizzati, operativi 24/7 che superano totalmente il concetto di Chatbot perché in grado di assumere forma umanoide e instaurare con i clienti una relazione su base empatica.
Come le vostre tecnologie possono aiutare le aziende o chi vi “sceglie”?
Riconoscere gli stati d’animo del cliente e rispondergli di conseguenza, supportare il cliente nella individuazione del prodotto giusto senza che abbia una conoscenza tecnica dello stesso, guidarlo nella navigazione di e-commerce complessi come se fosse un dipendente che assiste il cliente in uno store, sono solo alcune delle operazioni possibile grazie alle nostre tecnologie.
Come funzionano le vostre intelligenze artificiali?
Gli assistenti virtuali si basano su sistemi proprietari di NLP (Natural Language Processing), che comprendono il linguaggio naturale attraverso una profonda analisi semantica che li rende realmente capaci di assolvere le richieste degli utenti a più livelli laddove i normali Chatbot finiscono per richiedere l’intervento di un operatore.
Cos’è Algho?
Algho va molto oltre le ormai note chatbox di servizio al cliente, perché non si limita a interpretare il linguaggio umano sulla base del contenuto semantico per rispondere adeguatamente alle esigenze dell’utente. Algho, grazie ad un sofisticato sistema di riconoscimento facciale e analisi del suono, riesca a interpretare anche il contenuto visivo, la gestualità, le espressioni, il tono della voce, il livello di attenzione del suo interlocutore umano.
Quali sono state le forze utilizzate per creare Algho?
Nel progetto Algho sono confluiti quasi quindici anni di lavoro sulle nuove tecnologie perfezionate dal team di trentaquattro ingegneri di QuestIT, e la sua messa a punto è iniziata circa cinque anni fa, quando si è capito che il mercato virava nella direzione degli assistenti virtuali. I campi di applicazione di Algho sono sterminati e vanno dal marketing all’e-commerce alla pubblica amministrazione.
Per quanto riguarda gli assistenti vocali, c’è un aspetto che può preoccupare?
In un solo anno, per addestrare i suoi umanoidi, Google ha usato una quantità di energia pari a quella che serve all’intera città di Boston. Per addestrare una macchina a riconoscere un gatto serve farle passare davanti milioni e milioni di foto di gatti e questo richiede uno sforzo computazionale estremamente energivoro. Che non è sostenibile.