“Alessandro Barbero e l’ira delle femministe” potrebbe essere il titolo di un film epico di quelli che potrebbero anche piacere al professore, storico e scrittore piemontese tanto esperto di storia medioevale che è finito sul rogo delle odierne femministe che, in quanto a virulenza, non hanno nulla da invidiare alla vecchia Santa Inquisizione. Un film avventuroso alla Indiana Jones con l’accademico al centro di un vero e proprio linciaggio mediatico di quelli che oggi piacciono tanto.
Barbero ricorda tanto in questo frangente un novello Massimo Troisi che nel suo Ricomincio da Tre veniva attaccato dalla sua compagna al semplice pronunciare le parole “voi donne siete più…” e che si difendeva esterrefatto con la battuta: “e meno male che ho detto solo voi donne siete più… figuriamoci se dicevo voi donne siete meno…”
La solita bolla di sapone mediatico nasce, in realtà, dal tentativo – perché oggi il massimo che si riesce a fare in una discussione è questo – di porsi una domanda; magari retorica, magari anche provocatoria ma pur sempre una domanda cui far seguire un minimo di ragionamento per arrivare ad una risposta quantomeno plausibile. Invece no, apriti cielo!
Cosa ha detto Alessandro Barbero per meritare l’ira delle femministe?
le parole virgolettate di Alessandro Barbero
«Rischio di dire una cosa impopolare, lo so, ma vale la pena di chiedersi se non ci siano differenze strutturali fra uomo e donna che rendono a quest’ultima più difficile avere successo in certi campi. È possibile che in media, le donne manchino di quella aggressività, spavalderia e sicurezza di sé che aiutano ad affermarsi? Credo sia interessante rispondere a questa domanda. Non ci si deve scandalizzare per questa ipotesi, nella vita quotidiana si rimarcano spesso differenze fra i sessi. E c’è chi dice: “Se più donne facessero politica, la politica sarebbe migliore”. Ecco, secondo me, proprio per questa diversità fra i due generi».
Ecco qui l’orrore che si è permesso di pronunciare il professore, in realtà fin qui ossequiato e riverito anche perché fatto conoscere al grande pubblico da Piero Angela cui si deve rispetto a priori e sempre.
Ora, se ci si accostasse alle parole degli sempre in maniera non preconcetta e scevri da ogni pregiudizio ma, soprattutto, non con l’intento di polemizzare sterilmente su ogni cosa chiedendo parità di approccio e di giudizio ma discriminando l’interlocutore solo in base all’appartenenza generica realizzando proprio l’opposto di quello per cui ci si batte, forse tante incongruenze non ci sarebbero.
Alessandro Barbero e l’ira delle femministe: lo shit storm
Le parole di Barbero, tanto vituperato in quella che è stata una vera e propria shit storm scatenata più o meno scientemente da orde di novelle femministe ed uomini amanti del politically correct a tutti i costi, salvo poi utilizzare gli strumenti della tanto attaccata Bestia di salviniana memoria.
A leggerle bene di offensivo verso le donne non hanno proprio nulla, anzi sono un invito alla riflessione e d un inno alla diversità e alla non omologazione; ma tant’è.
Forse i demeriti ascritti al prof. Barbero vanno un po’ al di là della sua ‘uscita’ verbale? Forse c’è qualcosa da fargli pagare?
Barbero non è uno che la manda a dire, sia chiaro, il suo dichiararsi comunista quando la caccia era già da tempo aperta è qualcosa che è sempre stato indigesto.
Evidentemente, se eminenti esponenti della cultura main stream si sono subito fiondati a rilasciare dichiarazioni e tweet su quanto fossero indignati per ciò che il professore aveva detto, ma guardandosi bene dal capire il contesto ed evitare di estrapolare frasi a piacimento.
Del resto la levata di scudi resta proprio incomprensibile se si legge la frase finale della dichiarazione dell’accademico che sostiene in merito al discorso parità di genere che è:
Alessandro Barbero e l’ira delle femministe: leggere bene
«…solo questione di tempo. Basterà allevare ancora qualche generazione di giovani consapevoli e la situazione cambierà».
Che Barbero abbia deciso di intraprendere strade, come dire, un po’ urticanti in tempi recenti non è una novità. Già in passato si era esposto apertamente schierandosi contro la risoluzione del Parlamento Europeo del settembre 2019, dove c’era una forte condanna contro tutti i regimi totalitari, da quelli nazifascisti a quelli comunisti.
Opposizione la sua convinta e motivata definendo particolarmente limitata l’identificazione del Comunismo con il solo Stalinismo e il Patto di Varsavia.
Anche rispetto al Green Pass, ultimamente, non si è fatto pregare nel prendere una posizione critica verso il Governo non tanto per l’adozione del certificato verde come limitazione della libertà con il contorno di altre astruse motivazioni della galassia no Green Pass
La sua accusa al governo è di non aver avuto la forza di imporre l’obbligo vaccinale e voler raggiungere lo stesso obiettivo celiando dietro motivazione di pretesa democrazia.
Un personaggio, Barbero, con una sua unicità nel panorama culturale italiano. Un intellettuale dal piglio forte e deciso che non fa provocazioni gratuite ma cerca sempre di articolare un pensiero verso il quale si può provare assenso o meno ma pur sempre pensiero resta.
Ritrovarlo nel tritacarne messo in moto con la solita estrema superficialità da donne arrabbiate sempre e comunque, non diciamo a non giusta ragione sia chiaro, che prima di additarlo come mostro da bruciare non si prendono nemmeno la briga di leggere le dichiarazioni ma partono a bomba pur di individuare il maschio nemico di turno, fa pensare e non poco.
Basta avvelenare i pozzi
Viviamo un tempo così avvelenato, con la mancanza quasi totale di discernimento su quello che è giusto e quello che è sbagliato; sulla volontà di affrontare le questioni una alla volta ponderando bene le proprie azioni in un continuo ‘al lupo, al lupo’ che falsa la realtà e non rende i presupposti di giustizia verso chi davvero viene discriminata, e sono tante purtroppo.
Arrabbiamoci un po’ di meno, leggiamo un po’ di più, lasciamo stare per un po’ la facilissima indignazione e recuperiamo serietà e senso della realtà. Detto sia alle donne che agli uomini politically correct a tutti i costi.
Si valutino le persone per quello che sono non per quello che vorremmo fossero e riconosciamo la diversità di pensiero senza accendere continuamente fiaccole per assaltare e dare fuoco a chi la pensa diversamente o cerca di farci pensare, all’altro da se che sopportiamo sempre meno, ormai.