Il Centro Russo di scienza e cultura a Roma, ha ospitato nei giorni scorsi l’incontro con il Senatore, giornalista e politologo russo Aleksej Puškov. Attualmente presidente del Comitato della Duma sulla politica dell’informazione, Aleksej Puškov è stato considerato nel 2017 uno dei migliori giornalisti russi.
La sala del Centro Russo era gremita di gente e l’incontro si è rivelato interessante e ricco di spunti. Con il suo intervento, a 24 ore dalla visita di Putin nel nostro Paese, Aleksej Puškov ha voluto illustrare al pubblico in sala quanto sia artificiosa la campagna divulgativa, messa in atto innanzitutto dall’America, sulla tensione tra Russia e Europa. Il giornalista russo ha specificato che la politica estera russa non è affatto proiettata contro l’Europa così come non lo è, a suo avviso, quella dell’Europa. A sostegno della sua tesi, Puškov ha evidenziato quelli che secondo lui sono i tre eventi storici che hanno alimentato la campagna divulgativa a favore di una inesistente contrapposizione tra l’Europa e la Russia.
Di seguito sintetizziamo i punti salienti del discorso del senatore, che ha posto l’accento sulla “diversità di trattamento” che ha ricevuto la Russia in relazione ad azioni a sostegno di paesi che si battevano per la loro indipendenza.
Secondo il giornalista russo, il primo avvenimento è stata la guerra in Georgia nel 2008, percepita dai media internazionali come un’aggressione della Russia a questo paese. La Georgia si era opposta all’indipendenza dell’Ossezia del Sud invadendola e provocando un elevato numero di vittime, tra cui moltissimi civili. La Russia, dice Puškov, intervenne a sostegno dell’Ossezia, agendo come avevano fatto gli occidentali precedentemente con il Kossovo che voleva rendersi indipendente dalla Serbia. Aleksej Puškov si è chiesto perché l’intervento russo sia stato condannato dai media interazionali mentre quello occidentale no.
Un secondo esempio che evidenza Puškov a sostegno dell’artificiosità della contrapposizione Europa/Russia, è la Serbia. Nel corso degli avvenimenti noti come le “primavere arabe”, nel 2015 la Russia aveva appoggiato militarmente il governo di Al-Asad, suscitando lo sdegno americano che vide in quella coalizione un intervento volto ad arginare lo sviluppo della democrazia in Siria. Aleksej Puškov invece ha affermato che il sostegno ad Al-Asad era volto unicamente a combattere il terrorismo, cioè i gruppi ribelli dell’ISIS che, ricordiamo, avevano rivendicato l’attentato ad un areo russo di linea e causato la morte di 217 passeggeri e 7 membri dell’equipaggio.
Il terzo esempio a sostegno della tesi relativa alla falsa tensione tra Europa e Russia, è la questione dell’Ucraina, legata al supporto russo alla Crimea per l’indipendenza dall’Ucraina. Aleksej Puškov l’ha analizza dettagliatamente, specificando che in questo caso l’Europa si è lasciata “affascinare” dal desiderio di espansione, lasciando intendere all’Ucraina che se avesse allentato i rapporti con la Russia ne avrebbe tratto diversi vantaggi, specialmente in relazione al tenore di vita della sua popolazione e al numero degli investimenti europei nel paese. Così non è stato, sottolinea Puškov, e oggi l’economia dell’Ucraina risente fortemente di questo passo falso. Inoltre, il senatore incalza sulla questione delle sanzioni, specificando che sono, sempre e comunque, un danno per tutti, anche per chi le stabilisce. Il giornalista russo ribadisce che sta soffrendo non solo la Russia, che a causa delle sanzioni non riesce ad esempio, ad accedere ad alcune tecnologie importanti per lo sviluppo del paese, ma anche gli imprenditori dei paesi esportatori, perché hanno registrato un evidente calo delle vendite e di conseguenza un forte impatto sull’economia dei propri paesi.
Il senatore Puškov a fine discorso, si è chiesto se l’Europa stia facendo la scelta giusta nell’assecondare gli Americani che peraltro fanno solo i propri interessi, lasciando ad intendere che l’Europa dovrebbe maturare una più forte identità, per garantirsi una minore ingerenza dell’America nella sua politica interna ed esterna.
A fine discorso il pubblico è intervenuto con una serie di domande che hanno posto l’accento sulla dipendenza economica mondiale dall’America e sulla speranza di una possibile indipendenza dell’Europa dal giogo americano. In merito alla questione economica, il senatore Puškov ha specificato che per evitare di essere “ostaggi” dell’America, la Russia ha cominciato a diversificare i propri investimenti puntando non solo sull’oro, ma mettendo in piedi accordi di interscambio, non in dollari, con la Cina. Quest’ultima inoltre, che coltiva l’obiettivo di diventare una potenza economica egemone nel mondo, è tirata in ballo da Puškov anche per quanto riguarda i suoi rapporti con l’Europa, ostacolati proprio dall’America e che la Russia invece potrebbe favorire, a beneficio di uno sviluppo economico globale.
Sta di fatto, aggiungiamo noi, che con l’entrata della Cina a gamba tesa nello scacchiere internazionale, adesso l’Europa si trova al centro del triangolo USA-RUSSIA-CINA, corteggiata quindi da tre colossi che nell’Europa vedono grosse opportunità. Più che mai sarebbe auspicabile il raggiungimento di una forte identità europea utile ad equilibrare i rapporti di forza del triangolo.
Il senatore infine, ha sottolineato l’importanza per l’Europa e per la Russia di sentirsi parte l’una dell’altra, dal momento che i due territori ne sono una prosecuzione naturale. A volte si ha la sensazione che ci portiamo dietro ancora atteggiamenti da guerra fredda…
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