La danza contemporanea “invade” il Teatro La giostra di Napoli, lo spazio multidisciplinare nei Quartieri Spagnoli, ospitando il primo appuntamento con lo spettacolo Album (All Looking Behind Unlimited Mirrors) di Sara Lupoli, che firma coreografia e regia, oltre ad esserne interprete in scena con Marianna Moccia.
Presentato da Compagnia Körper (Napoli), PianoBe Artistic Research (Marseille) e Le Nuvole (Napoli), Album è un’investigazione corporea sul tema del doppio, condotta nei territori dell’intimità, in cui non c’è una vera e propria storia, ma la narrazione emerge dal susseguirsi d’immagini che descrivono le innumerevoli rappresentazioni di noi stessi.
E’ un percorso visionario a due, che trasforma fatti minimi della quotidianità in spunti di riflessione sui possibili modi in cui interagiamo con il nostro corpo. Un corpo che indossa lo spazio che abita e si lascia scoprire, uno spazio che diventa corpo in movimento e che attraversa, con lucida intenzione, anatomie di vita vissuta.
L’impulso è di celebrare differenti modi di intendere la dualità, in relazione al passato e al futuro, ma soprattutto al presente: un ‘doppio’ inteso come ombra e riflesso, che ci pone in relazione al divenire delle nostre rappresentazioni.
“Quando ho deciso di intraprendere questa ricerca – spiega Sara Lupoli – avevo l’esigenza di focalizzarmi su parti di me che in quel momento coesistevano, e che inevitabilmente coinvolgevo nelle scelte del quotidiano. Per cercare di arrivare a un’armonia, le voci che regnavano al mio interno andavano ascoltate, una per una, e descritte secondo il flusso che naturalmente prendevano”.
C’è un doppio relativo al ‘me’ interiore in relazione alla memoria che il corpo naturalmente conserva, e al ‘me’ opposto, che compare nelle scelta ciclica della maschera dell’attualità. Le dinamiche scaturite da queste interazioni fanno parte del motore di vita che costituisce l’essere umano, imprevedibili e non sempre intenzionali.
Questo dialogo, fisico o meno (intimo o collettivo) è un processo di comunicazione inevitabile, un flusso inarrestabile che permette la coesistenza di una pluralità di facciate.
Album è divenuto, durante la preparazione, frutto di una riflessione collettiva sullo stesso tema. Un’idea che si è infilata nei corpi di quanti vi hanno lavorato, nei loro sguardi e nel loro sudore, e che brucia come una miccia verso il presente.
“Un percorso bellissimo che si è scollegato da me – conclude la coreografa – per raggiungere anche l’Altro, perché è grazie alle relazioni che si innescano nel lavoro comune che è stato possibile indagare quesiti e produrre riflessioni”. (Foto di Sabrina Cirillo)