Com’è noto, la legge di stabilità 2014 ha abolito l’Imu, l’imposta municipale propria sulla prima casa per rimpiazzarla in origine con la Trise, una tassa sui rifiuti e servizi essenziali che avrebbe dovuto coinvolgere tutti i Comuni italiani ma che fu, per ragioni tecniche, sostituita con la Iuc, l’imposta unica comunale. Questo tributo si compone di due tasse, la Tari (ex Tares)che si pagherà da subito sui rifiuti e la Tasi, che è appunto l’acronimo di tassa sui servizi indivisibili dei comuni. Fermo restando una terza componente della Iuc che è sempre l’Imu e che sarà in essere solo per le abitazioni non principali e non rientranti nella categoria di lusso.
Come tutte le tasse, anche la Tasi è un tributo che offre, dietro pagamento di un corrispettivo, come controprestazione dei servizi che vanno a soddisfare delle esigenze da parte della comunità. Quali sono questi servizi?Vanno ad esempio dalla manutenzione delle strade e del verde cittadino all’illuminazione pubblica e quant’altro.
Quali sono i contribuenti interessati? A Napoli dovrà essere pagata solo dai proprietari di prima casa e possessori di unità immobiliari afferenti alle categorie da A2 a A7 con relative pertinenze (C2 , C6 e C7).
Sono esentati, infatti, tutti gli altri immobili che già pagano l’Imu e al momento gli inquilini, sebbene la norma nazionale preveda la possibilità di addebitare a questi ultimi tra il 10 e il 30% della tassa.
Il calcolo? Non è dei più difficili Bisogna rivalutare la propria rendita catastale del 5% (aggiungendo cioè alla propria rendita, reperibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate, la detta percentuale)e poi calcolare la base imponibile, moltiplicando la rendita catastale rivalutata per un coefficiente differente a seconda dell’immobile (nel caso delle abitazioni civili è 160) al quale va poi applicata la famosa aliquota ed eventuali detrazioni annuali. Queste vanno da 150 euro (per rendite catastali fino a 300 euro) a 100 euro per rendite superiori e andranno ad abbattere la tassa. Facciamo un semplice esempio su una prima casa a Napoli prendendo di base una rendita catastale di 1000 euro. Moltiplicando 1000 per il 5% otterremo 50 e aggiungeremo detto importo alla rendita iniziale di 1000. Moltiplichiamo il risultato ottenuto di 1050 per 160 e per l’aliquota di 0,0033 e otteniamo l’importo di 554,40 euro a cui dobbiamo sottrarre 100 euro previste per le rendite superiori a 300 euro. L’importo annuale di 454,40 euro andrà pagato o in un’unica soluzione il 16 giugno (dall’unico proprietario o da uno solo di essi in caso di più proprietari) o in 2 rate con saldo dal 1 al 16 dicembre 2014 mediante modello unificato di pagamento F24 utilizzando i codici F839 per il comune e 3958 come codice tributo. Conti alla mano, in Campania la Tasi costerà un po’ di meno dell’Imu sulla prima casa, mentre è ancora presto dare delle stime sugli effettivi introiti da parte dei Comuni che, certamente, potranno fare cassa da subito ed avere un po’ più di ossigeno. Il problema, atavico, è se e come queste risorse verranno impiegate in modo efficiente.