Più entrate ma anche più spese e i bilanci, nonostante tutto, sono in rosso
Dal 1999 al 2007 le entrate degli enti locali al Sud sono cresciute del 25%, a fronte di un aumento del 16,9% del Centro-Nord. Ma nello stesso periodo sono aumentate pure le spese, e il saldo resta negativo. E’ quanto si afferma nello studio curato da Federico Pica sugli andamenti per regione delle entrate e spese dei Comuni dal 1999 al 2007, in relazione agli equilibri di bilancio previsti dal patto di stabilità , pubblicato sull’ultimo numero della Rivista Economica del Mezzogiorno, trimestrale della SVIMEZ diretto da Riccardo Padovani. In base a elaborazioni e stime SVIMEZ su dati del Ministero dell’Interno, dal 1999 al 2007 il divario delle entrate tra Centro-Nord e Sud si è ridotto progressivamente, passando rispettivamente dal 30% al 20%, per poi arrivare nel lungo periodo a una stima differenziale del 10%. In altre parole, le entrate pro capite del Centro-Nord nel 1999 erano pari a 793 euro a valori correnti; diventano 810 nel 2007, per poi arrivare nel lungo periodo a 813. Nel Mezzogiorno nello stesso periodo invece il recupero è decisamente più forte: i 582 euro pro capite del 1999 salgono nel 2007 a 660 e volano nel lungo periodo a ben 730. Ciò significa che negli anni in questione l’aumento delle entrate è stato pari al 25,4% del Sud contro il 16,9% del Centro-Nord. Con differenze forti da regione a regione. L’aumento più consistente in Molise (613 euro nel 1999, 810 nel 2007). Al secondo posto la Campania (da 622 a 725 euro), seguita da Basilicata (da 643 a 763 euro) e Calabria (da 572 a 664). In coda la Puglia (da 505 a 543 euro ) e l’Abruzzo (da 616 a 642). Da rilevare che nello stesso periodo Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio e Piemonte hanno visto diminuire le entrate pro capite, mentre la Lombardia è passata da 767 a 983 euro. Più contenuta la crescita dell’Umbria, da 800 a 814 euro.