Presso il Pan (Palazzo delle Arti Napoli) di Palazzo Roccella è in corso la mostra “ANDY WARHOL VETRINE”, curata da Achille Bonito Oliva in collaborazione con l’Associazione “Spirale di idee” e l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli. Tra le tante iniziative che hanno coinvolto e continueranno a coinvolgere i visitatori fino al 20 luglio, una davvero particolare si propone di coniugare arti figurative e delizie gastronomiche. E quando l’arte va a stuzzicare la golosità, non solo nasce qualcosa di curioso ed interessante, ma è sempre un gran piacere.
Parte oggi al PAN l’evento “L’arte dolce di Andy Warhol”, un’esposizione di cake design, dove si potranno ammirare realizzazioni dolciarie raffiguranti opere dell’eclettico artista create dalle sapienti mani del Club Pasticceri Italiani.
Forse in pochi sanno che Warhol ha un vissuto da illustratore antecedente a quello ben più noto dell’icona indiscussa della pop art. Un disegnatore non da poco, se è vero che figurava tra i più richiesti del circuito pubblicitario newyorkese degli anni ’50. Facilmente riconoscibile per il suo look bohémien artefatto, era solito sfoggiare un guardaroba perennemente imbrattato da schizzi d’inchiostro. Per un periodo si cibò unicamente di dolci e nonostante dei mesi di magra, era un habitué delle pasticcerie più rinomate della città (Serendipity, Cafè Nicholson, la Palm Court all’interno dell’hotel Plaza). Non era inusuale vederlo ordinare un ricco vassoio di paste da portare a casa, non prima però che avesse consumato (tutto da solo!) una torta di compleanno.
Da questa spiccata golosità, unita alla sua naturale propensione al bello, nacque probabilmente l’idea di cominciare a disegnare gelati, dolci e gelatine. L’ispirazione gli giunse dal francese Antonin Carême, detto “il Palladio della cucina”, di cui possedeva il manuale di cucina Le pâtissier pittoresque e da Urbain Dubois, chef dei reali russi. Le illustrazioni altamente scenografiche di dolci si tradussero in nuove idee e poi in disegni inediti. Semplici, pieni di colori e decori, i “dolci” di Wahrol mantengono tutt’oggi la loro aura di bellezza leggera. In Italia, Wild raspberries, una sorta di parodia dei libri di cucina in voga nel “periodo da cake-designer” è conservato alla Biblioteca nazionale di Firenze. Ne furono pubblicati soltanto 34 esemplari. La madre di Warhol copiò a mano tutte le ricette che accompagnavano le illustrazioni mentre queste furono pazientemente colorate, sempre a mano, da quattro ragazzini, suoi vicini di casa.
“L’arte dolce di Andy Warhol”, alla luce di questa poco nota attività di grafico pubblicitario ed editoriale di Warhol, si veste dunque di nuovi significati. Quale miglior iniziativa per rendere omaggio a lui e alle sue opere? Con la direzione artistica di Luigi Coppola, fino a sabato 29 giugno, grazie alla collaborazione dell’Azienda Cura Soggiorno e Turismo della città di Castellammare di Stabia (NA), a Palazzo Roccella, si potrà viaggiare alla scoperta della tecnica del pastigliaggio. Trattasi di una pasta di zucchero malleabile che si utilizza per diverse composizioni dolciarie. Si presta ad essere stesa in modo molto sottile e può essere colorata sia durante la preparazione che dopo. Se siete curiosi di capire qualcosa in più su realizzazioni e applicazioni, date un’occhiata qui.
Curiosi di vedere alcune riproduzioni di opere wahroliane in un delizioso connubio di zucchero e gelatina? Tutti al PAN allora: ai vistatori tra l’altro verrà offerta una “dolce sorpresa”.
Informazioni: tel. 081 / 3630018