“Dobbiamo fare la nostra parte per aiutare gli Ucraini a lottare per la libertà e contro l’aggressione di Vladimir Putin“. Con queste le parole, pronunciate nel suo discorso al Congresso, il presidente Usa Joe Biden ha chiesto di stanziare altri 33 miliardi di dollari per aiuti militari e non all’Ucraina. Una cifra ingente che non teme il pericolo della recessione e che si va ad aggiungere a quelle già stanziate dallo scoppio della guerra. La decisione di Biden non solo allontana una possibile fine delle ostilità tra Russia e Ucraina ma ricalca rituali già visti negli anni della Guerra Fredda.
La legge Lend-Lease
Nel 1941 gli Stati Uniti approvarono una legge: la Lend-Lease Act. La Lend-Lease Act consentiva all’America di fornire armi a qualunque Paese straniero la cui difesa era considerata importante per la sua stessa difesa. La legge appena approvata superava i Neutrality Act degli anni Trenta che prevedevano la vendita di armi secondo il costume del cash and carry. Fino ad allora, infatti, le armi potevano essere acquistate dai venditori americani solo con un pagamento immediato e con il trasporto a carico dell’acquirente. La Lend-Lease, invece, rimandava il pagamento delle armi ricevute a un secondo momento. La prima azione dopo l’approvazione della legge fu quella di fornire aiuti militari alla Gran Bretagna che all’epoca stava combattendo contro Hitler. Ottantun anni dopo, Biden si appella alla stessa legge per foraggiare l’esercito ucraino attaccato da Putin.
Aiuti Usa Ucraina: come saranno divisi
Finora gli Usa avevano stanziato per l’Ucraina poco più di 3 miliardi di dollari in più riprese. Con questo nuovo pacchetto da 33 miliardi, 20 saranno destinati agli aiuti militari, quindi per ingaggiare la guerra contro i Russi, 8,3 miliardi saranno utilizzati per aiuti economici per fronteggiare la crisi imminente, mentre circa 3 miliardi saranno destinati agli aiuti umanitari e a fronteggiare l’aumento dei prezzi. “Non è economico sostenere Kiev, ma gli Stati Uniti possono farcela” ha precisato Biden. Le parole sono rivolte a quanti, dopo l’inaspettata contrazione del Pil dell’1,4% registrata nel primo trimestre, temono il pericolo di una recessione. A loro Biden ribadisce che “cedere all’aggressione avrebbe un prezzo più alto che aiutare l’Ucraina“.
Crociata per la libertà o guerra per procura?
Come ben sappiamo, dopo quegli aiuti forniti dall’America durante la Seconda Guerra Mondiale, lei stessa scese in campo in risposta all’attacco di Pearl Harbour. Con la fine del conflitto, poi, si volle sottoscrivere un impegno per assicurare la pace internazionale ma sappiamo anche che questo non fu realmente rispettato. Usa e Urss ingaggiarono quella che tutti conosciamo come Guerra fredda: evitarono di scontrarsi direttamente ma parteciparono a una serie di conflitti tra popoli terzi sostenendo, anche se solo con l’appoggio militare, chi una fazione, chi quella opposta. Pensiamo al Vietnam (anche se la situazione si evolse) o alla più recente Siria. Queste “guerre per procura”, come si suole chiamarle, sono una sorta di evoluzione di quello schema e sono diventate col tempo la strada più battuta in un mondo che con la pace non riesce proprio a convivere.