La strana situazione che si è venuta a creare in Egitto con protagonista Ai-Da sembra essere l’incipit di qualche film d’azione o di spionaggio. La realtà, invece, è ben diversa con il robot – artista arrestato dalla polizia egiziana con l’accusa di essere una spia britannica.
Un robot – artista arrestato dalla polizia egiziana
Il Covid è da parecchio tempo all’interno della nostra vita quotidiana. In tanti hanno cambiato le proprie abitudini anche lavorative grazie allo smart working. L’ormai famoso lavoro da remoto, secondo le autorità egiziane, sembra aver colpito anche lo spionaggio internazionale. La dogana della capitale egiziana, infatti, ha tenuto sotto sequestro ed arresto il famoso robot – artista Ai-Da con l’accusa di essere una spia britannica. Insomma, una specie di James Bond da remoto che con le sue telecamere poteva carpire informazioni riservate.
Il robot è stato posto sotto sequestro per ben 10 giorni tra lo sconcerto del suo creatore Aidan Meller, un gallerista di Oxford specializzato in arte moderna e contemporanea. Solo l’aiuto dell’ambasciata della Gran Bretagna ha risolto la situazione con il rilascio della “spia” robot che in realtà era arrivata in Egitto perché una delle sue opere era stata scelta per essere esposta presso la mostra di arte contemporanea “Forever is Now”. Un grande evento internazionale organizzato con la collaborazione del ministero delle Antichità e del Turismo e del ministero degli Esteri vicino alle famosissime piramidi di Giza.
Ai-Da, la pericolosa… artista!
L’incidente occorso in Egitto però non deve mettere in ombra uno degli esempi più riusciti di intelligenza artificiale. Ai-Da, infatti, è un gioiello di tecnologia ed arte che ha ammagliato letteralmente tutti. Il robot – artista realizza le sue opere guardando immagini attraverso alcune telecamere poste all’altezza dei suoi occhi: elabora poi le informazioni e le trasforma in una serie di movimenti realizzati dalle sue braccia robotiche.
Ai-Da da un’idea di Meller ed è stata creata grazie ad un team di programmatori ed esperti in materia dell’Università di Leeds che hanno collaborato con i ricercatori dell’Università di Oxford. È stata completata nel 2019 e deve il suo nome ad Ada Lovelace, grande matematica inglese del 1800 consciuta per essere stata la stadiosa a realizzare il primo vero e proprio programma della storia dell’informatica grazie ad un algoritrmo di sua invenzione.
L’opera esposta in Egitto
L’opera di Ai-Da presentata alla mostra egiziana “Forever is Now” è una scultura da lei realizzata che rappresenta una versione dello stesso robot ma con tre gambe.
Una sorta di riferimento al famoso enigma della sfinge: «Quale animale cammina con quattro zampe all’alba, con due a mezzogiorno e con tre alla sera?“.