Gli Stati membri dell’UE riuniti in sede di Comitato speciale Agricoltura (CSA) hanno raggiunto un accordo sulla posizione negoziale del Consiglio relativa alla proposta della Commissione concernenterelazioni più eque nel settore agroalimentare tra i piccoli agricoltori e trasformatori e i loro partner commerciali più grandi.
Il CSA ha inoltre chiesto alla presidenza di avviare negoziati con il Parlamento europeo non appena quest’ultimo è pronto.
“Tale normativa porrà termine alle pratiche come i ritardi di pagamento e le modifiche retroattive dei contratti. Gli agricoltori disporranno presto di mezzi più efficaci per difendersi dagli abusi unilaterali dei grandi operatori. Vogliamo un sistema agroalimentare equo che premi gli agricoltori per la qualità e assicuri loro un tenore di vita equo” ha dichiarato Elisabeth Koestinger, ministro federale austriaco della sostenibilità e del turismo e presidente del Consiglio.
La tutela degli agricoltori dalle pratiche commerciali sleali
La distribuzione del valore nella filiera alimentare si è spesso rivelata iniqua in passato, quando gli agricoltori percepivano solo una piccola parte del prezzo pagato dai consumatori per i prodotti alimentari al supermercato. Dato che i produttori agricoli sono in gran parte piccole e medie imprese (PMI), la capacità dei grandi operatori di esercitare il loro potere contrattuale, di gran lunga più ampio, per imporre pratiche commerciali sleali è diventato uno dei fattori principali di tale fenomeno.
La posizione del Consiglio si basa sulla proposta di direttiva della Commissione volta a creare un quadro europeo comune che assicura un livello minimo di tutela degli agricoltori dalle pratiche commerciali sleali più evidenti, come i ritardi di pagamento per i prodotti alimentari deperibili, gli annullamenti all’ultimo minuto degli ordini, le modifiche unilaterali e retroattive dei contratti e l’obbligo per il fornitore di pagare iprodotti sprecati.
Pur mantenendo l’ambito di applicazione della proposta della Commissione (alcune pratiche commerciali sleali attuate da un fornitore che è una PMI nel vendere prodotti a un acquirente che non è una PMI), la posizione del Consiglio migliora la proposta:
- includendovi i prodotti agricoli diversi dagli alimenti
- offrendo la possibilità ai fornitori di presentare una denuncia nel loro Stato membro e
- precisando che gli Stati membri hanno la possibilità di mantenere o introdurre normepiù rigorose di quelle stabilite a livello europeo contro le pratiche commerciali sleali.
I negoziati con il Parlamento europeo avranno inizio non appena il Parlamento avrà concordato la sua posizione sulla tutela degli agricoltori dalle pratiche commerciali sleali. Una maggioranza qualificata è necessaria per l’adozione in sede di Consiglio, con l’accordo del Parlamento europeo.