L’energia, il cuore e le radici direttamente in Africa con un doppio straordinario live al Dum Dum Republic con Don Ciccio e i Teranga Brothers, on stage, ad inaugurare un lungo week end che si concluderà con il concerto di Brusco. Musica per rompere gli schemi, in una vertigine emozionale in perenne bilico tra desiderio di libertà e integrazione tra culture e suoni, in un dialogo multietnico teso a superare confini e barriere. A fare da sottofondo il ritmo ancestrale dei tamburi, che si accompagna allo spettacolo del sole che, all’orizzonte, tramonta a mare.
“Il Dum Dum Republic nasce sempre da contaminazioni musicali e dalla curiosità. Ci apriamo verso segmenti nuovi della contemporaneità, sempre coerenti però alla nostra visione e alla nostra identità, senza scadere mai in proposte commerciali o mainstream – sottolinea Biancaluna Bifulco, titolare del beach club – Il nostro intento è delineare nuovi orizzonti di senso, in un anelito alla fratellanza, alla condivisione, al vivere in aggregazione. Musica che tocca i cuori della gente libera ed appassionata, che non picchia nella testa come un martello pneumatico, che non trapana il cuore con frequenze disumane, ma che accarezza, culla, sussurra tra una nota e l’altra, tra un passo di danza, che la vita è tutta qui, tra sabbia e mare, tra luna e sole e che è tutto pronto per essere felici, qui ed ora in Dum Dum Republic”.
Musica indipendente dal basso e ritmo in levare, dai suoni della Jamaica, dallo shuffle alla street dance, all’r’n’b allo ska, in un legame stretto con la dimensione sociale in perenne divenire. Una passione nata ascoltando le radio pirata a Londra, quella di Don Ciccio, dj e producer, pioniere della musica reggae in Italia e fondatore dell’etichetta Love University. Una collezione di oltre 10mila dischi in vinile e 45giri, che dal sound system e il supporto in vinile si allarga perà al digitale. È proprio dall’amore per il reggae Uk anni ’80 che, una volta rientrato in Italia, nasce l’etichetta d’amore Love University, ancorata al Sud e pronta ad investire su giovani di talento.
Dj ufficiale e produttore di Mama Marjas dal 2009, Don Ciccio è ideatore del format musicale “Party Hard”, che spazia dalle musiche della diaspora del neri africani negli ultimi 400 anni alla Jamaica e a Cuba, in un mix esplosivo di Soca (Trinidad e Tobago), Dancehall (Giamaica), Kuduro (Angola), Dembow (Repubblica Domenicana), Funk, HipHop, Elettronica, Afro Beat (Nigeria), Samba (Brasile), Salsa (Cuba).
Nell’ultimo anno e mezzo si dedica al progetto “African Party”, il party afrobeat del sud Italia che finanzia l’alfabetizzazione degli immigrati a Taranto. Né una dancehall, né una festa di comunità, ma una serata mensile in cui centinaia di ragazzi italiani e africani danzano insieme perché “l’africa è il futuro – spiega Don Ciccio – e la musica è il miglior modo per capirsi”.
In apertura, in consolle, i Teranga Brothers, collettivo di poeti e musicisti, con una musica che parla di gioia, di libertà, di speranza, ma soprattutto di un’umanità che vuole ritrovarsi in un movimento d’insieme, nella sua unicità, oltre il colore della pelle e le barriere culturali.
Bob Marley incrocia così Felah Kuti, la Costa d’Avorio e gli Stati Uniti sono più vicini che mai, senza bisogno di alcun passaporto. Teranga Brothers è un progetto che si sviluppa a Napoli, nell’ambito dell’omonimo Teranga Worldwide Pub, presente da molti anni sulla scena musicale partenopea su iniziativa di un gruppo di giovani immigrati, studenti, laureati e lavoratori che vivono il nostro sud. Il grande impegno dei Teranga, capitanati da Judicael Ouango, giocatore di basket che si è poi dedicato alla musica e alla scrittura, è diffondere e difendere la tradizione musicale africana, sulla base del dialogo, ritrovandosi in un abbraccio con le altre persone, con dolcezza e forza.
Un’idea che investe non solo la musica, ma tutte le espressioni artistiche, dalla danza alla scrittura, con la voglia di vincere e il coraggio di affrontare il pericolo per immaginare un futuro migliore.
“Devono sapere… che nessun Uomo lascia la sua casa, il suo mondo, la sua vita, quando ha scelta – scrive Judicael Ouango – Noi, la parte peggiore del mondo divenuta migliore, sappiamo nuotare nel fango e vivere nel fuoco. Noi sappiamo scambiare, sappiamo esserci l’un per l’altro, l’abbastanza é l’essenziale ed é un bene che ogni africano lo ricordi. Le strade che ci hanno portato qui non sono altro che le vie prese dai loro avi, la stessa che usarono per l’oro, i diamanti, il petrolio. Africa, una parola che nasce in un eterno ruggito, il leone che non abbassa mai la criniera, un continente forte come l’elefante. Devono sapere e dobbiamo sapere”.