Il tema delle adozioni in Italia è sempre molto delicato e per certi versi spinoso. Gli iter adottivi infatti non sono semplicissimi e talvolta i tempi e la burocrazia sono elementi di dissuasione per tante famiglie, che decidono di affrontare questo percorso carichi di entusiasmo e speranza.
Secondo il CAI (Commissione per le Adozioni Internazionali), che pubblica ogni anno i dati relativi alle adozioni in Italia. Nel 2019 c’è stato un calo del 14% rispetto al 2018.
Per quanto riguarda le adozioni internazionali le famiglie che hanno chiesto l’autorizzazione all’ingresso di minori provenienti dall’estero sono il 15% della Lombardia, il 10,7% del Veneto e il 10,6% della Toscana.
I maggiori paesi di provenienza di questi minori sono la Federazione Russa per il 17,9%, seguono l’India e l’Ungheria con l 11,9% e la Cina con l’8,9%.
Le storie di adozione portano con sè testimonianze di amore e di grande coraggio, ma talvolta anche di grande sofferenza.
E’ per questo che ho scelto di intervistare Gabriella Bonaiuti, una donna che ha scelto di raccontare la sua storia, attraverso un libro toccante, vero, appassionante: “Un Giorno a Shangai”.
Gabriella adottata dai genitori quando aveva circa 3 anni , scopre all’improvviso che la sua vita non era quella che aveva sempre immaginato e così decide di conoscere tutta la verità, guardandola dritta negli occhi ed affrontandola con la sua forza e la sua tenacia.
Gabriella perché hai scelto di raccontare la tua storia in questo libro?
“Perché a me è servito tipo “terapia di rinascita” e perché credo fortemente che le testimonianze viventi aiutino chi come me, ha una storia particolare. Utopisticamente spero di infondere coraggio e speranza“.
Come si riesce a ritrovare l’equilibrio dopo che la propria vita viene totalmente stravolta dalla verità?
“Ci vuole molto tempo, tanta pazienza e assoluta determinazione, non ci si deve vergognare nel chiedere “aiuto “. Per ritrovare l’equilibrio si deve partire già da un equilibrio interiore strutturato, poi arriva il momento di sentirsi sul filo come un funambolo, ma nessuno cade se il tuo percorso lo fai con qualcuno di competente, il mio analista in questo mi è stato e mi è di grande supporto“.
Che rapporto hai oggi con i tuoi fratelli ritrovati?
“I miei 4 fratelli sono sempre stati uniti, sono cresciuti insieme ed il mio arrivo ha destabilizzato un po’ gli equilibri di tutti, ma con il tempo, sono passati già molti anni, ognuno di noi è riuscito a trovare il suo giusto spazio nella vita dell’altro. Abbiamo un equilibrio marittimo, proprio come quella bellissima aria che si respira a Livorno“.
I tuoi genitori adottivi ti hanno appoggiata in questa voglia di conoscere la verità?
“I miei genitori ci sono sempre stati, in modo silenzioso quasi invisibile ma non mi hanno mai mollata in questi anni. Si sono però protetti molto ed è per questo che sono stati spettatori e mai attori in prima persona, io li ho capiti e rispettati ed insieme ci siamo “salvati”. Non dobbiamo mai sottovalutare le paure dei genitori adottivi, che sono tante quanto quelle dei figli adottati se non di più.“
Ci parli dell’associazione Cirkoloco?
“Cirkoloco è un progetto dell’associazione “Bottega del Tempo” che ho fondato anni fa’ insieme a validi collaboratori nel quale ho creduto finché ne ho fatto parte ed in cui credo ancora fermamente. Aiuta ragazzi con disagio psichici al reinserimento lavorativo, umano, sociale e psicologico nel mondo. Collabora con i servizi sociali del territorio offrendo a tutti uno spazio, un porto franco dove non esistono differenze e dove la soggettività personale ed umana è messa al primo posto.“
Quali sono i sentimenti che nutri oggi rispetto a tutto il tuo percorso di vita?
“Ho fatto un percorso che forse non terminerà mai. La ricerca della verità in ogni cosa, sta in alcune persone come la necessità di bere o nutrirsi. Sono una romantica, credo nelle favole a lieto fine, amo ogni protagonista delle belle storie anche gli orchi neri che meritano gli stessi applausi delle fatine azzurre, senza i quali nessuna favola esisterebbe“.
La scrittura mi ha aiutata ad accettare i miei sentimenti a volte contrastanti.
“Ci vuole coraggio ed amore per scegliere di far crescere un figlio proprio, insieme ad altre persone e credo che il sentimento d amore sia quello che nutro di più in questo percorso e nella vita in generale“.