Adolescenza: il disagio giovanile aumenta in una società incerta. Gli adolescenti di oggi vedono il futuro cupo e temono la guerra. Questa visione comporta un aumento dello sballo da alcol e dei problemi legati al sonno. L’utilizzo dei social è sul filo del rasoio, la fiducia nelle tipiche figure di riferimento della società crolla. Il 3,6% non si riconosce nella scelta binaria di genere.
E’ questa la fotografia scattata dall’indagine nazionale sugli stili di vita degli adolescenti che vivono in Italia, edizione 2024, realizzata annualmente da Laboratorio Adolescenza e Istituto di ricerca IARD, con il supporto operativo di Mediatyche s.r.l., su un campione nazionale rappresentativo di 3427 studenti tra i 13 e i 19 anni. “È probabilmente la prima volta, dal dopoguerra ad oggi – afferma Maurizio Tucci, Presidente di Laboratorio Adolescenza – che una generazione di adolescenti teme realmente (fondato o meno che sia questo timore) la possibilità di una guerra che ci coinvolga direttamente come Italia e come Europa.
Adolescenza: il disagio giovanile in numeri
Sempre più “social” nella vita degli adolescenti, ma questo ormai lo si dà per scontato. L’indagine di quest’anno ha, invece, posto l’accento su una deriva pericolosa, sempre legata ai social, che è quella della pubblicazione di proprie foto intime o il loro invio al partner del momento.
Il 15% delle ragazze e il 10% dei maschi ammette di aver postato sui propri profili social, almeno una volta, proprie foto o video dal contenuto sessualmente provocante. E la percentuale, se ci spostiamo nella fascia 17-19 anni, arriva al 18%. Ancora più frequente l’invio di foto intime al proprio partner: a farlo è il 55% delle ragazze e il 52% dei maschi, ma se si arriva alla fascia di età più alta, rispetto al campione considerato, la percentuale è del 75% (tra le ragazze supera l’80%).
Consapevolezza dei rischi
Ma la cosa che sorprende di più è che tali comportamenti siano adottati nonostante ci sia un’ampia consapevolezza dei rischi a cui espongono (consapevolezza che, grottescamente, aumenta con l’età, quando aumenta anche la diffusione di foto e video intimi): dal revenge porn alla diffusione virale delle immagini; dalla compromissione della propria immagine ad un inesistente “reato contro la morale”. Ma una delle preoccupazioni maggiori è il timore di essere “bannati” dalla piattaforma, perdendo la possibilità di continuare ad interagire con il loro mondo social.
Tabella 1 – Riguardo i rischi derivanti dalla pubblicazione in rete o dall’invio privato di proprie foto e/o propri video dal contenuto sessualmente esplicito, con quale delle seguenti affermazioni sei d’accordo o non d’accordo?
Risposta d’accordo | Totale | Femmine | Maschi | 17-19 anni |
Subire revenge porn | 54,2% | 56,7% | 51,7% | 65,7% |
Diffusione virali in rete senza consenso | 52,9% | 57,5% | 49,0% | 63,9% |
Si commette un reato contro la morale | 70,1% | 72,6% | 67,9% | 71,2% |
Si compromette la propria immagine | 78,8% | 80,3% | 77,7% | 80,1% |
Si può essere “bannati” dalle piattaforme | 73,6% | 74,9% | 72,5% | 71,8% |
Quali social preferiscono gli adolescenti
Poche novità sulla “classifica” dei social. Instagram e Tik Tok sempre in testa. Seguono YouTube (con utenza prevalentemente maschile) e Pinterest (con utenza prevalentemente femminile). Una presenza decisamente “attiva”, considerando che l’86% delle ragazze e il 76% dei ragazzi (sia pure con minore frequenza) posta dei propri reel.
Pressocché scomparso Facebook. La sorpresa non piacevole è la crescita di OF-OnlyFans: una sorta di TikTok senza censure, dove è possibile postare e vedere (a pagamento) contenuti ad esplicito riferimento sessuale (al quale, peraltro, i minorenni non potrebbero accedere). Lo frequenta il 10% delle ragazze e il 20% dei maschi. Ma se il ruolo dei maschi è prevalentemente quello di “voyeur”, quello delle ragazze è verosimilmente quello di protagoniste attive.
Disagio giovanile: gli adolescenti e la fiducia
Il disagio giovanile per gli adolescenti passa anche per la fiducia nelle principali figure di riferimento della società, crollata dal 2014 con l’unica eccezione dei medici nei confronti dei quali la percentuale di adolescenti che si fida è passata dal 59% (dato rilevato nel 2014) all’84% di oggi. Resta ancora di poco sopra il 50% la fiducia nelle forze dell’ordine, ma si abbassa di oltre 10 punti dal 2014 (53% vs 64%), mentre sono in controtendenza i magistrati nei quali la fiducia, rispetto al 2014, è salita in modo significativo (50,6%, contro il 28,4% di dieci anni fa).
Nella parte “bassa” del tabellone, dove prevale la sfiducia, troviamo gli insegnanti (crollati, in 10, anni dal 70% al 48%) e i sacerdoti (scesi anche loro dal 52% al 29%). Con un tasso di fiducia ancora più basso troviamo i giornalisti (25%) che però risultano in crescita rispetto al 2014 quando a fidarsi di loro era appena il 10%. Mentre oggi al 10% ci sono gli “influencer” (non erano presenti nella rilevazione del 2014). Velo pietoso sulla fiducia riposta nella classe politica che, “stabile nei secoli”, era al 3,3% nel 2014 ed è riuscita a scendere ulteriormente al 2,9%.
Unici “soggetti” di cui gli adolescenti si fidano in pieno sono i genitori (si fida di loro il 90%) e gli amici (86%). E sono proprio gli amici – confrontando le risposte alla stessa domanda posta 10 anni fa (2014) – a guadagnare fiducia (87% vs 63%), mentre i genitori, seppur di poco, sono in calo (90% vs 93%).
Notti in bianco
Il Covid è un ricordo, ma la cattiva abitudine di andare a dormire tardissimo anche se il giorno dopo c’è scuola si è ormai radicata. Oltre il 47% va a dormire intorno a mezzanotte e, se si considera la fascia di adolescenti degli ultimi due anni di scuola superiore, la percentuale arriva al 66%.
Ma anche una volta spenta la luce – o meglio, appoggiato sul comodino il cellulare, (ovviamente acceso, perché tanto non si spegne mai) – il sonno tarda ad arrivare. Fa frequentemente fatica ad addormentarsi il 60% delle ragazze e il 45% dei maschi. Percentuali in costante aumento nel corso degli anni.
Interessante osservare le cause per cui gli adolescenti dicono di non riuscire ad addormentarsi. Se la scuola è sempre al primo posto (indicata dal 57% del campione), sono sempre più in crescita, specie tra le ragazze, le motivazioni legate non a cause specifiche, ma a più indefinibili “nervosismo” (72% femmine, 46% machi) o “senso di tristezza” (66% femmine, 37% maschi).
A questo si associa, per il 65%, anche una mancanza di sonno che fa generare spesso un pericolosissimo circolo vizioso: l’assenza di sonno induce a proseguire nell’utilizzo di smartphone e computer, le cui stimolazioni luminose e la luce bianca/bluastra dei monitor sono forti inibitori della produzione di melatonina che è l’ormone che ci fa addormentare.
Il “mood”… sotto i piedi
Futuro incerto e preoccupante, guerra alle porte, fiducia nel mondo che cala, notti insonni: non meraviglia che il “mood” degli adolescenti non sia al settimo cielo e che sia confermato e peggiorato il trend negativo che registriamo da anni.
Il 68,7% (85,0% delle ragazze) si sente (spesso o qualche volta) triste senza riuscire ad attribuire questa tristezza ad una causa specifica e con l’età il fenomeno aumenta.
Tabella 2 – Ti capita di sentirti triste senza riuscire a capire il motivo per cui lo sei?
Totale 2024 | Femmine | Maschi | 12-13 anni | 14-15 anni | 16-17 anni | 18-19 anni | Totale 2023 | |
Spesso | 35,4% | 51,5% | 21,2% | 29,3% | 34,5% | 38,6% | 39,9% | 29,3% |
Qualche volta | 33,3% | 33,5% | 33,1% | 29,2% | 31,2% | 36,2% | 37,3% | 34,4% |
Raramente | 20,2% | 10,6% | 28,6% | 23,3% | 23,0% | 18,0% | 16,3% | 22,6% |
Mai | 10,7% | 4,1% | 16,6% | 18,0% | 10,6% | 7,0% | 6,3% | 12,9% |
Il 39% (49% delle ragazze) afferma anche che questi momenti di tristezza immotivati sono aumentati rispetto al recente passato, e il 15% che sono più altalenanti.
Adolescenza e disagio giovanile: alcol da sballo
Resta critico il rapporto con l’alcol. Non tanto per ciò che concerne il bere abituale (beve alcol più volte alla settimana meno del 15% dei maschi e uno scarso 10% delle femmine, e il 50% afferma di non bere mai alcol), ma il bere “da sballo”. Tra i non astemi, il 75% si è ubriacato almeno una volta, il 32% dei quali più di tre volte. E nella fascia degli ultimi due anni di scuola superiore la percentuale di chi si è ubriacato più di tre volte sale al 45% e la percentuale di chi non si è mai ubriacato scende all’11%. Una sorta di “passaggio obbligato”, dunque, dove nel 20% dei casi il condizionamento degli amici è forte.
D’altra parte, la percezione degli adolescenti è che bere alcol faccia molto meno male alla salute che fumare sigarette e meno male anche di quello che può derivare da una vita stressante. Alla domanda “Quanto sei d’accordo nell’affermare che bere alcol può provocare problemi di salute?” solo poco più del 30% ha risposto “molto d’accordo”, mentre il 40% si è indirizzato su un più vago “abbastanza d’accordo”. Forse hanno ragione nel desiderare che la scuola dia loro informazioni più precise al riguardo.
Tabella 3 – Quanto sei d’accordo nell’affermare che i seguenti comportamenti provocano problemi di salute?
Risposta “Molto d’accordo” | Totale | Femmine | Maschi |
Fare uso di droghe sintetiche | 86,6% | 88,8% | 84,8% |
Fumare sigarette | 77,1% | 78,2% | 76,1% |
Fumare cannabis | 66,1% | 72,1% | 61,1% |
Fumare sigarette elettroniche | 44,7% | 48,6% | 41,2% |
Avere una vita stressante | 38,6% | 42,7% | 34,8% |
Bere alcolici | 33,9% | 34,9% | 32,6% |
Poca attività fisica | 28,1% | 23,9% | 31,9% |
Mangiare cibo non salutare | 18,1% | 15,7% | 20,0% |
La scuola: piacevole, ma…
Se la fiducia verso gli insegnanti non è al massimo, la scuola, nel suo complesso, resta un luogo piacevole da frequentare. Il tempo trascorso a scuola è considerato “decisamente piacevole” dall’11% del campione e “moderatamente piacevole” da un ulteriore 61%. Larga maggioranza, dunque, dove solo il 17% considera la scuola noiosa e l’8% addirittura un incubo. I giudizi positivi si attenuano passando dalle scuole medie agli istituti tecnici e professionali e ai licei, ma restano comunque sempre ampiamente maggioritari.
Maggioritaria (60%) anche la percezione di essere “giudicato” in base alla effettiva percezione individuale, mentre il 34% (ai licei diventa il 43%) ritiene di essere sottovalutato e il 5% di essere sopravvalutato.
Anche il registro elettronico, tutto sommato, viene accettato, sia pure con dei distinguo. Il 37% lo considera utile, il 31% vorrebbe che i voti fossero inseriti non immediatamente, ma qualche giorno dopo, per dare modo di poter essere “loro” a comunicarli ai genitori nel momento più adatto. Il 31% (34% nei licei) considera, invece, il registro elettronico una forma di controllo inaccettabile.
Riguardo al carico di studio, la maggioranza (58%) lo trova pesante o eccessivo. Ancora peggio nei licei, dove questa maggioranza sale al 64%. A lamentarsi di più sono le femmine rispetto ai maschi, forse perché studiano di più (e mediamente hanno anche risultati migliori). Sul fronte opposto, solo il 2,8% lo trova leggero.
… vorrei parlasse di…
Un grosso limite che gli studenti attribuiscono alla scuola, già registrato gli scorsi anni, è di essere troppo ingessata sui “programmi” tralasciando di trattare argomenti più vicini ai concreti interessi degli adolescenti. In primis l’educazione sessuale (così avrebbero una fonte di informazione autorevole da affiancare, quanto meno, ai siti pornografici) e informazioni corrette sulle forme di addiction: fumo, alcol, sostanze. E anche di questo abbiamo visto quanto avrebbero effettivamente bisogno. Per le ragazze la priorità, dopo l’educazione sessuale, è il rispetto di genere. Ma il 62% degli adolescenti (che nei licei diventa 67%) vorrebbe che si dedicasse tempo anche ad una lettura approfondita della Costituzione italiana.
Tabella 4 – Vorrei che a scuola si parlasse di:
Totale | Femmine | Maschi | Tecnici | Licei | Medie | |
Educazione sessuale | 78,4% | 82,5% | 74,8% | 78,6% | 84,9% | 68,8% |
Comportamenti a rischio (alcol, droghe, fumo) | 75,8% | 78,8% | 73,3% | 70,5% | 75,1% | 79,8% |
Rispetto tra i generi | 68,1% | 80,7% | 57,3% | 63,0% | 66,8% | 73,1% |
Bullismo e cyberbullismo | 64,2% | 68,9% | 60,1% | 64,2% | 60,5% | 69,8% |
Costituzione italiana | 62,3% | 62,9% | 62,2% | 55,1% | 67,3% | 59,2% |
Utilizzo corretto dei social network | 61,1% | 60,2% | 61,9% | 61,9% | 52,7% | 73,0% |
Internet informazioni affidabili | 61,1% | 58,3% | 63,6% | 58,9% | 57,8% | 67,1% |
Non mi identifico
Per la prima volta, nella nostra indagine, alla domanda in cui si chiede di indicare il proprio genere oltre a “femmina” e “maschio” è stata inserita l’opzione “non mi identifico”. Una richiesta che ci è stata avanzata, attraverso i loro insegnanti, dagli stessi ragazzi, ma che lo scorso anno non avevamo accolto, scoraggiati da qualche dirigente scolastico che temeva “reazioni” da parte dei sempre più invadenti genitori. Quest’anno – opportunamente – abbiamo deciso di inserire l’opzione “non mi identifico” che è stata scelta da un minoritario ma significativo 3,6%. Una opzione di libertà che cerca, nel suo piccolo, di contribuire a far rientrare nella normalità una condizione esistente e diffusa.
In copertina foto di Kathy Bugajsky da Pixabay