Nel giro di poco più di cinque anni, gli adolescenti che fanno uso di alcol si sono dimezzati. A riportarlo una ricerca condotta dal Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento, guidata da Carlo Bruzzi e promossa dall’Osservatorio permanente sui giovani e l’alcol e dalla Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza.
Ha sottolineare questa inversione di tendenza, è proprio Bruzzi che dichiara: il consumo di alcol tra gli adolescenti va lentamente riducendosi. Visto che il primo bicchiere si beve soprattutto con i genitori, possiamo dire che la trasgressività legata al bere è caduta di molto.
Le ipotesi alla base di questo cambiamento possono essere diverse: come ad esempio l’effetto delle massicce campagne di sensibilizzazione contro l’abuso di alcol. Sul campione, i tredicenni che rinunciano al bicchiere sono il 45,2%, gli occasionali il 39,2% e gli abituali ( quelli che bevono almeno una volta a settimana) il 15,1%.
La ricerca mette in evidenza che i tredicenni che si sono già ubriacati una volta sono il 18% di cui circa un terzo più di una volta. La ragione principale dietro la quale gli adolescenti si scoprono assidui bevitori di alcol è da ricercarsi nella necessità di adeguarsi al gruppo sociale nel quale il giovane è inserito e si sente riconosciuto. (48,8%), al secondo posto il puro divertimento (47,9%), a seguire la volontà di dimenticare i problemi (44,6%) e infine la voglia di sballare (38%).
Secondo quanto dichiarato dal segretario generale dell’Osservatorio permanente sui giovani e l’alcol di Roma – Michele Contel– i risultati della ricerca sono in controtendenza rispetto all’allarme generale e che i ragazzi sono abbastanza estranei allo sballo. Il che non significa abbassare la guardia. Andando avanti con gli anni, non è detto che i comportamenti non cambino. Ad esempio, gli adolescenti trentini a rischio sono circa il 25%.
Maurizio Tucci del Laboratorio adolescenza familiare commenta che – La serenità familiare attutisce i rischi derivanti dall’abuso di alcol. Enrico Tempesta, presidente dell’Osservatorio, dichiara: – Questa fascia di giovanissimi consumatori è indice di una vulnerabilità legata a vari fattori non ultimo la gratificazione immediata che passa anche attraverso la pervasività delle nuove tecnologie digitali e la precocità di utilizzo.