Speranza ha deciso: da adesso addio mascherine all’aperto in Italia. Subito torna in mente il refrain di una delle hit sanremesi: “con le mani, con i piedi, con il culo…ciao ciao”. E’ così, non tacciateci di poca serietà, proprio come un nuovo motivetto leggero si propaga nell’aria questo nuovo decreto che cancella con un colpo di spugna tutto quanto reale finora si appalesa leggero leggero.
Lungi da noi, ovviamente, pensare anche lontanamente che la condizione di uomini mascherati ci dovesse accompagnare sine die ma così d’emblée è un po’ troppo per le nostre fragilità coronariche, suvvia. Insomma, fino all’altro ieri si continuava a martellare con il fatto che bisognava perseguire quelli che non si vaccinano. Ora in quattro e quattr’otto, tac! Via le mascherine, stadi al 75% di capienza, riapertura delle discoteche e al 31 marzo finisce anche lo stato di emergenza?
Che modo di fare è? Su, non si può cambiare idea così da un momento all’altro. La scienza, si sa, ha tempi lunghi e mal si addicono questi repentini cambi di rotta all’improvviso. Ragazzi, non si fa! Così la sanità mentale delle persone va a farsi benedire; a chi dobbiamo più credere se i luminari cui finora ci siamo affidati ora cadono su questa buccia di banana politica?
Ma la pandemia è finita?
Anche perché uno poi cerca di approfondire e si mette ad ascoltare un po’ in giro per tv e web cercando di trovare conforto rispetto a quello che ha sentito e invece ti trova questa specie di torre di babele perpetua dove il virologo smentisce l’epidemiologo, lo pneumologo va contro il primario.
Lo statistico e il matematico si accapigliano (ma poi perché queste due categorie sono sempre rappresentate da personaggi scarmigliati e scapigliati – i matematici – e grigi figuri tipo ex funzionari del Pci togliattiano – gli statistici -); i politici, poi, non sanno mai che pesci prendere e si “affidano” alla scienza e questa che fa? Cambia opinione più in fretta dei calzini?
Qui la cosa si fa seria per davvero. Sta a vedere che mentre io cerco conforto nella scienza quella ne sa meno di me?
Che facciamo ora?
Dunque, ora che si fa? Ricapitolando: all’aperto senza mascherina, però se c’è pericolo di assembramento allora ci vuole. Ergo, si scende senza mascherina ma se ne porta sempre una in tasca per l’assembramento incipiente. A scuola senza, nei luoghi di culto senza, nei negozi senza. Ristoranti, bar, parrucchieri? Vabbè fate un poco come vi pare. Chi fa rispettare le regole? Ah, boh…
De Luca invece dice che in Campania visto il periodo che ci porta a San Valentino e a Carnevale non se ne parla proprio di togliere le mascherine. Vincenzo De Luca è l’unico tutto di un pezzo, bisogna riconoscerglielo, come anche bisogna dargli atto di saper lanciare la battuta precisa, pungente, icastica ed anche in questo caso non l’ha mandata a dire di certo affermando: “A Roma pensano di eliminare il Covid rompendo il termometro”!
In effetti sembra proprio così, sembra che passato il periodo elettorale per il Presidente della Repubblica e aprendo la futura campagna elettorale (perché in Italia una cosa non manca mai è la campagna elettorale per qualcosa) per le prossime politiche lo scenario sia totalmente cambiato di colpo.
Pensare male si fa peccato, ma…
Spesso ci si azzecca, eh si il buon Giulio aveva ragione: a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca proprio. Questo sembra il motto più aderente alla realtà ora. Una politica deficitaria in tutto che cerca di riprendersi il centro della scena in una sorta di colpetto di Stato verso la scienza rovesciando i valori. Mah!
C’è da riflettere di sicuro, intanto: con le mani, con i piedi, con il culo, ciao ciao…mascherine!