Premettendo che pubblichiamo i dati presentati a Milano perchè cronisti e in quanto tali fedeli ai fatti, di sicuro vogliamo rendere asettico il discorso della pubblicazione dal dato politico che diventa immediatamente propaganda e contropropaganda.
Non crediamo assolutamente che tutto ciò che è in Campania prodotto sia da buttare – a livello di filiera agroalimentare- ma qualche problema ci deve pur essere se nelle cosiddetta Terra dei Fuochi si muore e ci si ammala e di certo i prodotti che da quelle terre provengono qualche pensiero lo danno.
Il presidente De Luca dice che siamo ipercontrollati come territorio, a noi qualche dubbio resta ma ciononostante è nostro preciso dovere pubblicare i dati.
Questo lo studio:
Il territorio regionale è stato diviso in celle su cui si sono concentrate approfondite analisi ed accurati esami da parte di ricercatori ed esperti che hanno lavorato ininterrottamente negli ultimi quattro mesi. “Abbiamo raccolto 4400 campioni sui suoli – ha spiegato il commissario dell’Istituto zooprofilattico Antonio Limone – analizzando 52 elementi perché la Campania è una regione vulcanica e bisognava capire quali elementi fossero frutto dell’attività vulcanica e quali invece di un eventuale inquinamento”. Lo studio oltre i suoli ha riguiardato anche le acque. Sono stati analizzati 659 campioni di acque utilizzate per l’agricoltura (non quella dei rubinetti – ha chiarito Limone – che viene costantemente monitorata e non presenta alcuna criticità). L’indagine ha coinvolto anche gli animali e vegetali, con 2942 campioni tra prodotti ortofrutticoli ed erba spontanea. “Solo 4 campioni su quasi 3mila sono risultati non conformi”, ha spiegato commissario dell’Istituto zooprofilattico di Portici.
L’ultima parte del piano di monitoraggio è relativa all’aria ed è ancora in corso con 88 centraline che saranno in funzione permanentemente anche per ottenere un dato significativo riferito anche all’alternarsi delle stagioni.
Tutti i dati dello studio sono pubblicati sul sito: www.campaniatrasparente.it