È il quarto anniversario dei Referendum sull’acqua pubblica, ma ciò che accade nel centro-sud in tema di privatizzazioni continua ad andare nella direzione opposta: accaparramento delle fonti da parte delle multinazionali cui affidare la gestione dell’intero servizio idrico, con profitti enormi e controllo politico dei territori, gestione proprietaria dei beni della vita nelle mani delle lobby, che hanno già in mano regioni come Lazio, Molise, Calabria e Sicilia.
Questp è quanto emerge dal documento che il Coordinamento campano per la gestione pubblica dell’acqua ha predisposto a Palazzo San Giacomo a Napoli , insieme con Sindaci, Parlamentari, Istituzioni, Coordinamenti, Comitati, Associazioni e Reti, per promuovere instancabilmente la gestione pubblica del sistema idrico, la partecipazione dei cittadini alla tutela dell’acqua, degli individui e dei diritti delle generazioni future, un tema affrontato non a caso a Napoli, l’unica grande città in Italia che ha avuto il coraggio di obbedire al Referendum