ONU, nel 2030 metà del mondo sarà a secco
Cambiamenti climatici, aumento della popolazione mondaile, crescente domanda di energia, e incapacità politico-gestionale. Questi i principali motivi che potrebbero assetare entro il 2030 quasi la metà della popolazione mondiale. L’Africa (fino a 250 milioni di persone coinvolte) e il Medio oriente (meno dell’1% delle risorse idriche a livello mondiale e circa il 5%, i paesi arabi costituiscono la regione piu’ arida al mondo) già sono al limite delle proprie risorse idriche. Con questi numeri (contenuti nell’ultimo rapporto Onu) parte oggi il V forum mondiale sull’acqua, a Istanbul, dal 16 al 22 marzo. Per l’Italia annunciata la presenza del ministro dell’ Ambiente, Stefania Prestigiacomo. Dalle previsioni, la popolazione mondiale di 6,6 miliardi di persone crescera’ di 2,5 miliardi entro il 2050, per la maggior parte nei paesi in via di sviluppo che soffrono già di scarsità idrica. Questo tasso di crescita comporterà un aumento della domanda di acqua dolce di 64 miliardi di metri cubi all’anno. I rappresentati di governi, agenzie e organismi internazionali si troveranno a discutere delle questioni relative alla disponibilità e alla sicurezza dell’acqua. Piu’ di 1,2 miliardi di persone (circa un quinto della popolazione mondiale) vive, infatti, in aree di scarsità fisica di acqua, e ulteriori 1,6 miliardi hanno accesso limitato all’acqua per ragioni economiche, politiche e di altra natura. L’agricoltura attualmente assorbe il 70% delle risorse mondiali di acque dolci utilizzate dagli esseri umani. In Italia ogni anno viene usata per scopi civili una quantita’ d’acqua pari a circa 7.940 milioni di m3, e pur se circondata da mare e ricca di fiumi e laghi (in condizioni di stress idrico), il Bel Paese ha i suoi problemi, in particolare al sud e nelle isole.