Giocare a ping pong con una goccia d’acqua. Nello spazio si può: lo ha recentemente dimostrato l’astronauta Scott Kelly, facendo letteralmente rimbalzare tra due racchette una pallina fatta di H2O.
In generale, in un ambiente di microgravità un’innocua gocciolina d’acqua può assumere dimensioni spaventosamente grandi, e saltare su superfici non bagnate in modo davvero strano.
Ma oltre a permettere attività bizzarre come il tennis a gravità 0, queste proprietà dei liquidi nello spazio potrebbero dare un grande contributo alla fisica dei fluidi in vista della costruzione di future navicelle spaziali.
È quanto afferma ad esempio un team di ricerca coordinato dalla Portland State University in Oregon, che ha appena pubblicato su Physics of Fluids uno studio per analizzare il comportamento dell’acqua in assenza di gravità.
“Quando la gravità viene sostanzialmente ‘spenta’ in questo modo, l’acqua tende a formare una goccia che ‘salta’ da una superficie all’altra” spiega Mark Weislogel, leader del gruppo di ricerca.
L’esperimento condotto da Weislogel e colleghi è arrivato a produrre gocce d’acqua di un ordine di grandezza di 10^4 più grande delle normali gocce terrestri.
Gli scienziati sono così riusciti ad analizzare tranquillamente le caratteristiche di questa ‘acqua spaziale’, dal volume allacomposizione della superficie fino ad arrivare al suo comportamento complessivo come fluido.
Questi dati potrebbero essere molto importanti nel migliorare l’affidabilità della fisica dei fluidi per gli ambienti di microgravità delle navicelle.
“Le bolle d’acqua sono piuttosto comuni nelle navicelle a bassa gravità, e possono essere molto problematiche – dice Weislogel – quindi dobbiamo comprenderne le proprietà per disegnare sistemi più sicuri di lavorazione dell’acqua, refrigeranti, sistemi di carburazione e in generale migliorare gli ambienti delle navicelle”.