E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione della giornata della Terra (Earth day) con appuntamento centrale all’Onu per la ratifica da parte di Ban Ki Moon e di 165 leader mondiali dello storico Accordo sul Clima siglato lo scorso dicembre a Parigi, sulla base della banca dati del Noaa, il National Climatic Data Centre che rileva le temperature sul pianeta dal 1880.
“Il mondo si è fermato sull’orlo del precipizio con la conferma della tendenza al surriscaldamento testimoniata dal fatto che non si tratta di un dato isolato poiché tra i 10 anni più caldi degli ultimi 137 anni, ben nove sono successivi al 2000”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. Il 2015 è in testa alla classifica degli anni piu’ bollenti davanti al 2014 e al, 2010 che è seguito dal 2013, dal 2005 e poi a pari merito dal 1998 e dal 2009 e a seguire il 2012 e poi il 2003, il 2006 e il 2007 a pari merito.
Il cambiamento climatico è evidente anche in Italia dove il 2015 si è classificato come l’anno più caldo della storia, da quando esistono i rilevamenti climatici secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr. Nell’anno appena trascorso si è registrata una temperatura superiore di 1,42 gradi rispetto alla media. Bisogna affrontare i drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si manifestano con una tendenza al surriscaldamento che si è accentuata negli ultima anni, ma anche con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ed intense che si abbattono su un terreno reso piu’ fragile dal consumo di suolo. Il risultato è che sono saliti a 7.145 i comuni italiani, ovvero l’88,3% del totale, che sono a rischio frane e/o alluvioni secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ispra.
Al fenomeno non è certamente estraneo il fatto che l’Italia ha perso il 28 per cento della terra coltivata per colpa della cementificazione e dell’abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha ridotto la superficie agricola utilizzabile ad appena 12,8 milioni di ettari.