L’accensione dei riscaldamenti, per la prossima stagione fredda, seguirà le stesse regole dello scorso anno. Anche nei prossimi autunno e inverno, quindi, gli impianti di riscaldamento centralizzato nei condomini seguiranno orari ridotti. Una scelta dovuta per far fronte al caro prezzo del gas. Vediamo quale sarà il calendario regione per regione, in base alle zone climatiche.
Zone climatiche: cosa sono…
Prima di indicare le date in cui si potranno accendere i riscaldamenti nel nostro Paese facciamo un veloce recap su quelle che sono le zone climatiche e qual è la loro utilità.
Il territorio nazionale italiano è suddiviso in sei zone climatiche stabilite non in base alla collocazione geografica ma secondo un’unità di misura che è il grado giorno.
Il grado giorno di una zona è la somma estesa a tutti i giorni, all’interno di un periodo convenzionale di riscaldamento, delle differenze positive giornaliere tra la temperatura fissata da ogni Paese (per l’Italia è 20°) e la temperatura media esterna giornaliera.
… e come funzionano
L’Italia, dicevamo, è suddiviso in sei zone climatiche contrassegnate dalle lettere dalla A alla F:
- Zona A: comuni con gradi-giorno inferiori a 600;
- Zona B: comuni con gradi-giorno tra 600 e 900;
- Zona C: comuni con gradi-giorno tra 901 e 1400;
- Zona D: comuni con gradi-giorno tra 1401 e 2100;
- Zona E: comuni con gradi-giorno tra 2101 e 3000;
- Zona F: comuni con gradi-giorno superiori a 3000.
Accensione riscaldamenti: il calendario zona per zona
La zona A è quella meno fredda, pertanto quella che vedrà il riscaldamento acceso per meno ore al giorno. In questa zona i riscaldamenti, quindi, saranno accesi solo dall’8 dicembre al 7 marzo per cinque ore al giorno.
La zona B presenta anch’essa un clima piuttosto caldo, quindi i riscaldamenti potranno essere accesi dall’8 dicembre al 23 marzo per un totale di sette ore al giorno.
Clima più mite per la zona C che comprende, per esempio, i Comuni di Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Lecce, Napoli Ragusa, Salerno, e Taranto. In queste città il riscaldamento potrà essere acceso dal 22 novembre al 23 marzo, con una durata massima giornaliera di nove ore.
Ancona, Avellino, Chieti, Firenze, Foggia, Genova, Grosseto, La Spezia, Livorno, Lucca, Macerata, Matera, Pesaro, Pescara, Pisa, Roma, Siena, Teramo, Vibo Valentia e Viterbo sono i Comuni appartenenti alla zona D. Città che possono tenere il riscaldamento acceso dall’8 novembre al 7 aprile per una durata giornaliera massima di 11 ore.
La zona E comprende, tra gli altri, i Comuni di Alessandria, Aosta, Bergamo, Bolzano, Brescia, Campobasso, Como, Frosinone, Gorizia, L’Aquila, Modena, Padova, Parma, Perugia, Piacenza, Potenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Trieste, Udine, Venezia, Verona. Comuni che tendono a temperature piuttosto basse e che, di conseguenza, potranno avere i riscaldamenti accesi dal 22 ottobre al 7 aprile per una durata giornaliera massima di 13 ore.
La zona F comprende i Comuni più freddi del Paese, tra cui Belluno, Cuneo e Trento. Comuni nei quali gli impianti di riscaldamento possono essere accesi senza nessun limite.
In copertina foto di Thomas Breher da Pixabay