(Adnkronos) – “Roma, 7 gennaio 2024. E sembra il 1924“. Inizia così il post su Facebook della segretaria del Pd, Elly Schlein, che condivide anche un video, per commentare i saluti romani davanti all’ex sede dell’Msi durante la commemorazione di Acca Larentia. “Presenteremo un’interrogazione al Ministro Piantedosi – scrive ancora Schlein – quel che è accaduto non è accettabile. Le organizzazioni neofasciste vanno sciolte, come dice la Costituzione“. Militanti di estrema destra si sono riuniti ieri, 7 gennaio, per commemorare i tre giovani militanti del Fronte della Gioventù, Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni morti 46 anni fa. I primi due vennero freddati da un commando sbucato dal nulla che aprì il fuoco contro 5 ragazzi usciti dalla sezione dell’Msi all’Appio Tuscolano. Recchioni, invece, morì per un colpo di pistola sparato (ancora non si sa da chi) nei disordini di piazza che si verificarono poche ore dopo.
Calenda: “Vergogna inaccettabile”
“Questa è una vergogna inaccettabile in una democrazia europea“. Lo scrive sui social il leader di Azione Carlo Calenda commentando le immagini dei saluti romani durante la commemorazione di Acca Larentia. “Questa immagine sembra datata esattamente cento anni fa, nel 1924, ed invece è di ieri sera“. Lo scrive sui suoi canali social il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva e componente del Copasir, postando la foto del raduno dell’estrema destra a Acca Larenzia a Roma. “È inaccettabile che si permetta di fare il saluto romano nell’Italia di oggi, e di richiamare esplicitamente le adunate del disciolto partito nazionale fascista, senza alcun rispetto per la nostra storia e per quanti hanno lottato per le nostre libertà“.
“Vista la prontezza con cui alla Scala le forze dell’ordine sono intervenute per un urlo (innocuo), sono in attesa che il ministero dell’Interno comunichi di aver provveduto ad aver attivato le stesse procedure seguite dalla Digos alla Scala di Milano e a passare le riprese alla magistratura per le necessarie identificazioni“, ha aggiunto. “Non è in discussione l’umana pietà per i morti e neanche la condanna della violenza politica di ieri e di oggi. Tutta, senza distinzione. Ma il saluto romano, fatto in occasione del ricordo di Acca Larentia, è esso stesso simbolo di morte, violenza e sopraffazione. Per questo dovrebbe essere condannato in primo luogo dalle forze politiche. Tutte. Chi non lo fa è complice”, ha dichiarato il deputato del Pd, Nicola Zingaretti.
Bonelli su commemorazione Acca Larentia: “Interrogazione urgente a Piantedosi”
“Siamo indignati per i saluti romani di fronte all’ex sede dell’Msi di via Acca Larentia, a Roma e non capiamo come sia stato possibile che si sia permessa questa sceneggiata fascista. La glorificazione e la celebrazione di simboli e gesti inneggianti al fascismo sono inaccettabili e vanno contro i valori fondamentali della democrazia e della convivenza civile. Presenteremo un’interrogazione urgente al ministro Piantedosi affinché si faccia luce su come abbia consentito lo svolgersi di questi inquietanti avvenimenti e sulla necessità di adottare misure concrete per contrastare ogni forma di organizzazione illegale che promuova ideali fascisti.
Le organizzazioni neofasciste vanno sciolte perché illegali e coloro che inneggiano al fascismo devono essere perseguiti secondo la legge. È nostro dovere mantenere alta la guardia contro qualsiasi manifestazione di intolleranza o violenza che metta in pericolo la nostra convivenza pacifica e il rispetto dei principi democratici“. Così in una nota il co-portavoce di Europa Verde e deputato di AVS Angelo Bonelli.
“Gridi ‘Viva l’Italia Antifascista’ a La Scala di Milano? Vieni identificato. Fai il braccio teso durante la commemorazione di Acca Larentia? Nessuno ti chiede i documenti. Il ministro Piantedosi dovrebbe chiarire perché questo diverso trattamento tra chi afferma un principio costituzionale e chi invece della costituzione italiana ‘se ne frega’”. Lo afferma il segretario di Più Europa Riccardo Magi. “I ragazzi che morirono ad Acca Larentia per tanti sono morti di serie B. Vale per loro, per i fratelli Mattei, per Sergio Ramelli e tanti altri ragazzi di destra che in quegli anni terribili morirono. Io che vengo da un altro mondo ricordo che si diceva che ‘uccidere un fascista non è reato’ e questo ha provocato impunità e relativismo etico. Una cosa insopportabile“.
Antoniozzi: “Nostro dovere ricordare”
Così ieri il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi. “Fu un giorno terribile per Roma, quel 7 gennaio 1978. È doveroso essere qui oggi, in via Acca Larentia, nel quartiere Tuscolano della Capitale, per ricordare i giovanissimi Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, morti per l’odio ideologico che ha avvelenato gli anni di piombo“, ha scritto il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca su ‘Fb’ postando alcune foto della commemorazione.
“A 46 anni di distanza è nostro dovere ricordare. Commemoriamo perciò questi ragazzi uccisi in nome delle loro idee e del credo politico, affinché ciò non avvenga mai più“, ha concluso. “Noi siamo una forza che certamente non è fascista, siamo antifascisti. Chi ha avuto un comportamento deve essere certamente condannato da parte di tutti, come devono essere condannate tutte le manifestazioni di sostegno a dittature. C’è una legge, è previsto che non si possa fare apologia di fascismo nel nostro paese“.
Così in conferenza stampa il segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, in merito alla proposta delle opposizioni sullo scioglimento delle organizzazioni neofasciste dopo i saluti romani alla commemorazione della strage di Acca Larentia. “I ragazzi che morirono ad Acca Larentia per tanti sono morti di serie B. Vale per loro, per i fratelli Mattei, per Sergio Ramelli e tanti altri ragazzi di destra che in quegli anni terribili morirono. Io che vengo da un altro mondo ricordo che si diceva che ‘uccidere un fascista non è reato’ e questo ha provocato impunità e relativismo etico. Una cosa insopportabile“.
Così ieri il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi. “Fu un giorno terribile per Roma, quel 7 gennaio 1978. È doveroso essere qui oggi, in via Acca Larentia, nel quartiere Tuscolano della Capitale, per ricordare i giovanissimi Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, morti per l’odio ideologico che ha avvelenato gli anni di piombo“, ha scritto il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca su ‘Fb’ postando alcune foto della commemorazione.
Lucarelli: “Celebrazione neofascista”
“A 46 anni di distanza è nostro dovere ricordare. Commemoriamo perciò questi ragazzi uccisi in nome delle loro idee e del credo politico, affinché ciò non avvenga mai più“, ha concluso. “Vi odio perché quelli che ‘ma Giorgia Meloni, ma la digos, ma questo governo’ mi costringono a ricordare a quelli che non ricordano che quello che è accaduto a Acca Larentia accade da anni, stesso raduno, stesso cerimoniale. Cambiano solo i governi, ma nessuno cancella neppure la croce celtica nello spazio dove si svolge la commemorazione fascista. (le immagini del 2022 mi sembrano le stesse. E così quelle del 2019, 2018…)“, scrive in un post su Twitter Selvaggia Lucarelli.
“Come ormai d’abitudine, la commemorazione della strage di Acca Larentia diventa l’occasione per una celebrazione neofascista, e non accade solo sotto questo governo di estrema destra, cosa che dovrebbe farci seriamente riflettere sulla maturità delle nostre istituzioni democratiche“, si legge nel post di Roberto Saviano. “Ridicola la parata con procedura militare che irreggimenta le presunte truppe: chiede l’attenti, poi per tre volte ripete ‘per tutti i camerati caduti’ e la risposta in coro è ‘presente’, con l’enfasi del saluto romano. Infine autorizza il ‘riposo’ e scioglie i ranghi. Grotteschi nell’aspirazione di sentirsi per qualche minuto milizia fascista; grotteschi e ridicoli, certo, eppure non meno inquietanti“, scrive ancora.
Lucarelli su commemorazione Acca Larentia: “Messa in scena autorizzata”
“Vedere che questa messa in scena accade autorizzata, tutelata e agevolata dalle istituzioni, spaventa. Nulla c’entra una parata neofascista con il ricordo delle vittime del terrorismo. Lo stesso paese che procede all’identificazione di chi alla Scala grida ‘viva l’Italia antifascista’, che manganella studenti, che condanna al carcere chi organizza rave party, permette sul suolo pubblico questo tipo di eventi. Tutto in coerente continuità con la trasformazione autoritaria del nostro paese, dove queste pagliacciate servono a carezzare il pelo delle frange radicali di estrema destra che si sentono sempre snobbate e tradite dai ‘camerati’ che hanno raggiunto poltrone di potere, ma che, incredibilmente, hanno ancora bisogno dell’appoggio di questi esaltati“, conclude. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)