Gli abusi sui minori, così come gli episodi di violenza sulle donne, hanno registrato nel 2021 numeri record. Nessun ambito sociale è escluso e tutti, o meglio tutte, corrono lo stesso rischio. La maggior parte delle violenze, infatti, è consumato a danno di donne, ragazze e bambine in qualunque contesto familiare e in qualunque Paese vivano. Secondo i dati diffusi dalle Nazioni unite, infatti, una donna su tre nel mondo (736 milioni) ha subito violenza fisica e sessuale da un uomo. Dati rimasti invariati nell’arco di dieci anni secondo l’Organizzazione mondiale della sanità.
In questo quadro così trasversale una delle poche discriminanti è la povertà che costituisce il principale fattore di vulnerabilità e che rende difficile svincolarsi dalla violenza e ricominciare una nuova vita. Insieme a Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes, abbiamo fatto il punto su questa sconcertante realtà e parlato di una nuova sfida: trasformare il mondo dello sport da luogo di violenza a occasione di empowerment femminile.
Paolo Ferrara, un vostro recente report registra nel 2021 un generale aumento degli episodi di violenza con un dato in particolare: per la prima volta, i reati commessi ai danni di minori in Italia hanno superato i 6.000 casi. Cosa dobbiamo desumere da questi dati?
Il balzo è drammatico. Non solo c’è un aumento dell’8% rispetto al 2020, ma il dato è il più alto registrato sulla serie storica dal 2004 a oggi. A condizionare questo dato l’aumento dei casi di violenza a sfondo sessuale, che più di tutti si consumano sul corpo e sulla psiche delle ragazze (anche in generale c’è prevalenza di vittime di genere femminile). Sicuramente la Pandemia ha isolato le famiglie esponendo a maggiori rischi i soggetti più vulnerabili, appunto i bambini e le bambine. La speranza è che i dati siano anche frutto dell’emersione di più denunce dalla moltitudine di casi non denunciati che rimangono nell’oscurità.
In Italia abbiamo la legge 69/2019 detta anche “Codice rosso” che forse è ancora poco conosciuta. Ce la vuole illustrare?
Si tratta del provvedimento legislativo varato con l’intento di rafforzare il sistema di prevenzione e tutela delle vittime di violenza di genere nel nostro Paese. In questo senso sono stati modificati o introdotti nuovi articoli del nostro codice penale e di procedura penale. Per esempio, è stato introdotto il reato di costrizione o induzione al matrimonio. L’inserimento di questa nuova fattispecie ha sicuramente contribuito all’emersione del fenomeno che coinvolge purtroppo anche vittime minorenni. Sono 1/3 del totale secondo quanto rilevato dai dati del Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza.
Terre des Hommes è molto attiva anche in ambito sportivo. A quali progetti state partecipando?
A livello internazionale Terre des Hommes è partner UEFA per la tutela dell’infanzia. In Italia facciamo parte del Tavolo Tecnico del Dipartimento per lo Sport per la co-costruzione di una policy per la tutela minori, promossa al grande pubblico attraverso la campagna “Battiamo il Silenzio”. Collaboriamo con FIGC in particolare con il Settore Scolastico Giovanile, per la formazione di Psicologi dello Sport e Focal Point regionali sulla tutela minori, ma anche con la loro Divisione Calcio Femminile, con la quale lavoriamo insieme sul fronte della lotta alle discriminazioni di genere. Parallelamente siamo partner di Federugby con cui realizziamo attività di sensibilizzazione per promuovere la parità di genere e l’empowerment delle giovani atlete sui campi da gioco.
La violenza domestica e contro i minori nasce in determinati contesti sociali o è, per così dire, trasversale? Siamo tutti potenziali vittime o abusanti?
La violenza domestica è un fenomeno trasversale, tuttavia troppo spesso chi ha meno risorse per proteggersi e per chiedere aiuto si trova in contesti sociali più fragili, caratterizzati da povertà. Per questo motivo da un lato Terre des Hommes è presente in questi contesti e gli spazi indifesa di Parma e Milano sono proprio luoghi di accoglienza e ascolto per chi è più vulnerabile. Dall’altro lato il nostro impegno è rivolto alla collaborazione con tutti quegli attori che possono costituire una rete di prevenzione e protezione per le vittime di violenza: le forze dell’ordine, le scuole, gli ospedali, le realtà sportive.