Gli abusi sessuali su minorenni consumatisi in ambito ecclesiastico sono stati il centro dell’ultima Assemblea generale straordinaria dei vescovi svoltasi ad Assisi nei giorni scorsi. Al termine dell’Assemblea, infatti, giovedì 16 novembre, Cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), ha presentato il secondo report che aggiorna la situazione sul fenomeno. Il primo da considerarsi “a regime” poiché raccoglie i dati raccolti nell’anno precedente. Il primo rapporto, infatti, pubblicato nel novembre del 2022 faceva riferimento agli anni 2020 e 2021. Vediamo cosa è cambiato.
Il rapporto CEI sugli abusi sessuali sui minorenni
Nel 2022 i presunti casi di abuso segnalati sono stati 32, 18 fanno riferimento al passato, 14 al presente, e hanno coinvolto 54 presunte vittime (il rapporto precedente contava, in due anni, 68 casi e 89 vittime). I presunti abusanti hanno, per oltre il 50% dei casi, un’età compresa tra i 40 e i 60 anni. Sono per la stragrande maggioranza maschi, il 37% è costituito da laici mentre nei restanti casi si tratta di sacerdoti o religiosi.
Quanto alle presunte vittime, invece, il 50% circa appartiene alla fascia d’età compresa tra i 15 e i 18 anni. In 4 casi, le vittime hanno tra i 10 e i 14 anni, altri 4 tra i 5 e i 9 anni e altri 2 sono nella fascia d’età tra 0 e 4 anni. Le altre vittime hanno più di 18 anni. Delle 54 vittime 44 sono femmine. In 17 casi su 29 gli abusi si sono consumati nelle parrocchie.
La rete di ascolto CEI
Il report è stato realizzato grazie alla rete di ascolto creata dalla CEI per contrastare il fenomeno degli abusi. Una rete che coinvolge diocesi e Centri d’ascolto. Quest’anno hanno preso parte alla rilevazione 190 diocesi su 206. I Centri di ascolto, invece, sono stati 108 che hanno fornito dati su 160 diocesi coprendo in questo modo il 77,7% del totale. Nel precedente rapporto le diocesi partecipanti erano state 166 e 90 i Centri d’ascolto dei quali solo 30 avevano fornito dati utili per il report sugli abusi.
Di questi 108 Centri, 38 hanno dichiarato di aver avuto 1 o più contatti con vittime di presunti abusi nel 2022, mentre gli altri 70 hanno dichiarato di non aver avuto nessun contatto.
I contatti con le presunte vittime nel 2022 sono stati 374 (nel 2020 vi erano stati 38 contatti e 48 nel 2021). Di questi 374, l’81,9% ha chiesto informazioni mentre il 18,1% ha presentato la denuncia.
Cosa non quadra nel reporto CEI
Quali somme possiamo tirare da quest’ultimo rapporto CEI? Prima di tutto che continua l’impegno del cardinale Zuppi nel prestare attenzione al fenomeno degli abusi sessuali consumati in ambito ecclesiastico così come si era ripromesso. Lo stesso presidente della CEI ha tenuto a precisare che in questo ambito non esiste prescrizione e che chiunque ritenga di aver subito un abuso può denunciarlo in qualunque momento.
Quanto ai dati riportati in riferimento al 2022 sono in incremento rispetto a quelli dei due anni precedenti ma la percentuale di chi denuncia è ancora molto bassa.
Un ultimo neo, se così vogliamo definirlo, sta nelle modalità di stesura del report. Il rapporto, infatti, è curato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Piacenza. Parliamo dunque di un report interno e non curato da enti esterni e, per questo, indipendenti.
In copertina foto di Waldemar Pawlik da Pixabay