Aborto in Italia, ma non solo, ancora un problema? Non è anacronistico chiederselo e iniziare una giusta riflessione su questa tematica perché in maniera stranamente trasversale in tutto il mondo sembra soffiare forte un vento di restaurazione di un’epoca che credevamo morta e sepolta.
Ciò che più fa riflettere è che ormai dovremmo parlare d’interruzione volontaria di gravidanza come di un diritto acquisito visto la presenza nel nostro ordinamento della Legge 194 che risale al lontano 1978. Sembra quasi di parlare di epoca preistorica.
Un’era geologica fa in pratica l’Italia si è dotata di uno strumento legislativo – frutto invero di tante lotte e battaglie – assolutamente all’avanguardia. Una legge scritta bene, con criterio, e che prevedeva anche fatti e fattispecie considerati veri e propri bilanciamenti giurisprudenziali.
Si tutela la donna cercando di accompagnarla in una delle situazioni, comunque la si veda e da qualsiasi parte la si guardi, più angosciose e dolorose che questa possa essere chiamata a vivere. Sfidiamo chiunque a trovare una sola donna che abbia voluto ricorrere all’aborto per puro “capriccio”, è un’opera ardua anche per il più oltranzista oppositore.
Eppure, nonostante le rassicurazioni di Giorgia Meloni, prima donna premier in Italia, le cose rispetto al diritto all’aborto si stanno complicando per alcune iniziative parlamentari di ‘solerti’ esponenti della destra che presentano iniziative legislative che se non confliggono con la 194 tendono palesemente a metterne in discussione l’efficacia.
Se ‘Sparta piange Atene non ride‘ diceva il vecchio adagio; così se da noi è la Ministra delle Pari Opportunità che esprime tutto il suo sentimento anti-abortista definendo il diritto come qualcosa che “purtroppo c’è“ , negli USA ,dopo la pronunciazione della Corte Suprema rimodellata dal vecchio Presidente, alcuni Stati della Federazione l’hanno addirittura bandito.