(Adnkronos) – L’aborto sia aggiunto alla Carta dei diritti fondamentali dell’Ue. Lo chiede il Parlamento europeo in una risoluzione non vincolante approvata con 336 voti a favore, 163 contrari e 39 astensioni. I deputati condannano poi il regresso sui diritti delle donne e tutti i tentativi di limitare o rimuovere gli ostacoli esistenti per la salute e i diritti sessuali e riproduttivi e la parità di genere a livello globale, anche negli Stati membri dell’Ue.
L’articolo 3 della Carta deve essere modificato per affermare che “ognuno ha il diritto all’autonomia decisionale sul proprio corpo, all’accesso libero, informato, completo e universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi servizi sanitari senza discriminazioni, compreso l’accesso all’aborto sicuro e legale”, chiede il Parlamento. Il testo esorta i Paesi Ue a depenalizzare completamente l’aborto in linea con le linee guida dell’Oms del 2022 e a rimuovere e combattere gli ostacoli all’aborto, invitando la Polonia e Malta ad abrogare le loro leggi e altre misure che lo vietano e lo limitano.
I deputati condannano il fatto che, in alcuni Stati membri, l’aborto sia negato dai medici, e in alcuni casi da intere istituzioni mediche, sulla base di una clausola di “coscienza”, spesso in situazioni in cui un eventuale ritardo metterà in pericolo la vita o la salute del paziente.
In particolare, il Parlamento sottolinea che in Italia l’accesso all’assistenza all’aborto sta subendo erosioni, e che un’ampia maggioranza di medici si dichiara obiettore di coscienza, cosa che rende estremamente difficile de facto l’assistenza all’aborto in alcune regioni. I metodi e le procedure di aborto dovrebbero essere una parte obbligatoria del curriculum per medici e studenti di medicina, afferma il Parlamento.
I Paesi dell’Ue dovrebbero garantire l’accesso all’intera gamma di servizi relativi alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti, compresa l’educazione sessuale e relazionale completa e adeguata all’età. Dovrebbero essere messi a disposizione metodi e forniture contraccettivi accessibili, sicuri e gratuiti, nonché consulenza in materia di pianificazione familiare, prestando particolare attenzione al raggiungimento dei gruppi vulnerabili.
Le donne in povertà sono colpite in modo sproporzionato da barriere legali, finanziarie, sociali e pratiche e restrizioni all’aborto, dicono i deputati, invitando gli Stati membri a rimuovere queste barriere. Gli europarlamentari sono infine preoccupati per il significativo aumento dei finanziamenti per i gruppi anti-genere e anti-scelta in tutto il mondo, anche nell’Ue. Invitano la Commissione a garantire che le organizzazioni che operano contro la parità di genere e i diritti delle donne, compresi i diritti riproduttivi, non ricevano finanziamenti dell’Ue.
Gli Stati membri e i governi locali devono aumentare la spesa per programmi e sussidi per i servizi sanitari e di pianificazione familiare. Il voto del Parlamento europeo segue quello della Francia, che è diventata il primo paese a sancire il diritto all’aborto nella sua costituzione il 4 marzo scorso. L’assistenza sanitaria, compresa la salute sessuale e riproduttiva, rientra nelle competenze nazionali. La modifica della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue per includere l’aborto richiederebbe un accordo unanime da parte di tutti gli Stati membri.
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