Le donne italiane, in particolare, hanno dimostrato di essere più attente (31%) alla revisione del portafoglio rispetto alle cugine europee (26%). Italiane e spagnole sono anche le due nazionalità di donne che si avvalgono frequentemente di un professionista finanziario per la gestione degli investimenti, risultando le europee che maggiormente usufruiscono di tali servizi (25% rispetto alla media europea del 19%).
Dall’indagine emerge che rispetto alla media europea del 43%, il 37% delle donne italiane è ottimista sul proprio futuro finanziario. Il 33% ritiene di essere in grado di prendere decisioni nel medio lungo termine e in materia di investimenti a lungo termine, le italiane seguono la Francia rispettivamente con il 52% ed il 53% rispetto ad una media europea del 51%.
Ma quali sono le principali preoccupazioni finanziarie delle italiane?
Dallo studio si evidenzia: l’andamento economico del paese (53% rispetto ad una media europea del 42%), le politiche fiscali e l’elevato costo della vita (51%). Ma anche la volatilità dei mercati (16% rispetto al 10% della media europea).
Per quanto concerne la capacità di detenere sia risparmi sia investimenti, l’Italia insieme alla Svezia mostra una maggiore propensione della media europea (35%), rispettivamente con il 38% e il 58%. Le donne italiane si collocano invece ai vertici della classifica, distanziando la media europea di ben 16 punti percentuali (45% verso 29%), nell’esprimere interesse nella gestione dei loro investimenti. E sono sempre le italiane ad occupare il vertice della classifica europea per quanto riguarda la diversificazione del portafoglio, seppure il cash detenuto superi il 50%, laddove la media europea è pari al 70%, con punte massime nei Paesi Bassi (89%), seguiti da Belgio (77%) e Regno Unito (73%).
E’ un tema delicato e caldo resta quello della previdenza. Le donne italiane si classificano ultime in Europa per quanto riguarda il risparmio destinato alla pensione (40%), e circa il 42% delle italiane non ripone fiducia nel raggiungere un reddito congruo per il periodo della pensione (la media europea è invece pari al 28%). A motivare queste risposte vi è l’incertezza e la scarsa comprensione su quanto destinare alla pensione e poca chiarezza sulla definizione dei piani pensionistici.