Le moderne forme dell’abitare, l‘edilizia residenziale sociale e il nuovo disegno del territorio. Su questi temi punta l’obiettivo nagorà, il blog dei costruttori napoletani.
“Il Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, attraverso il Fondo Investimenti per l’Abitare, realizzerà nell’area napoletana importanti interventi di riqualificazione urbana, permettendo il recupero di ex aree industriali dismesse per la realizzazione di alloggi in classe energetica A, destinati alla locazione a canoni calmierati, oltre che all’affitto/riscatto e in via residuale alla vendita convenzionata” afferma Paola Delmonte, direttore responsabile Social Housing di Cassa Depositi e Prestiti. “Nella progettazione – aggiunge – è attribuito un ruolo fondamentale alla creazione di spazi urbani con finalità sociali” con “l’inserimento di servizi e spazi per funzioni“ utili “a migliorare la qualità della vita e a garantire il presidio del territorio aumentando il senso di appartenenza e di sicurezza”. Il progetto di Cdp mira a definire – conclude la responsabile di Cdp – “un welfare di comunità, un nuovo modello dell’abitare”.
“La Città Metropolitana di Napoli ha ritenuto necessario sviluppare politiche finalizzate a favorire l’offerta di alloggi a prezzi accessibili – spiega il vice Sindaco della Città Metropolitana David Lebro. “La deliberazione da me promossa – continua – fornisce ai Comuni linee guida di tipo euristico per la gestione dei fabbisogni abitativi”. Il provvedimento, in corso di approvazione, risulta in linea con i contenuti del Piano territoriale di Coordinamento adottato dal sindaco metropolitano nel 2016 e prevede che “la scelta delle aree da destinare ad Edilizia Residenziale Sociale, anche in variante agli strumenti urbanistici vigenti, debba prediligere le aree già urbanizzate ed il recupero del patrimonio edilizio esistente”.
“Occorre stimolare la crescita e la riqualificazione del patrimonio abitativo per i meno abbienti – evidenzia Alberto Romeo Gentile – commissario straordinario dell’Agenzia Campana per l’Edilizia Residenziale. “Il Piano Territoriale Regionale già contiene gli indirizzi strategici per l’Edilizia Sociale e stabilisce che il fabbisogno abitativo debba essere soddisfatto prioritariamente con il riuso del patrimonio urbanistico – edilizio esistente, integrato con il risanamento delle aree connesse, in un’ottica di riduzione del consumo dei suoli. Inoltre – aggiunge Gentile – “tali politiche di riqualificazione urbana” dovranno essere volte ad “una pratica di buona co-pianificazione inter-istituzionale”.
“Il panorama di interventi realizzati, in Campania o a Napoli, nel campo del social housing è talmente scarso da rasentare un bilancio fallimentare”. E’ chiara l’analisi dell’architetto Bruno Discepolo, che aggiunge: “Una spiegazione è rintracciabile nella normativa, nel modello e negli strumenti predisposti dal legislatore nazionale che, avendo assegnato un ruolo centrale alle Fondazioni bancarie, non hanno tenuto in debito conto la disparità della dislocazione territoriale delle Fondazioni stesse”. Resta importante, continua “innovare profondamente il settore dell’edilizia abitativa, oltre la tradizionale, superata separazione tra edilizia pubblica e mercato libero. Un’adeguata offerta rappresentata dall’apertura di un consistente mercato, realizzato all’insegna di una rinnovata forma di partenariato pubblico-privato”. “Napoli è considerata una metropoli ‘atipica’ non solo per le sue caratteristiche socio-culturali ma, anche in conseguenza, delle modalità con le quali è divenuta metropoli – illustra il sociologo Luigi Sibilio. “Le traiettorie residenziali nel nostro contesto metropolitano hanno generato, nel tempo, un incremento delle forme di emarginazione sociale. In questo contesto l’Housing sociale rappresenta una risposta ad una mancata programmazione residenziale ed un’occasione da non perdere. Non vi è dubbio – conclude il docente della Federico II – che favorire una vera e propria riqualificazione del territorio nella sua dimensione estetica produce ricadute sociali ed economiche altrimenti non realizzabili”.
“Considerato che la riuscita degli interventi di social housing è condizionata dalla collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti – pubbliche amministrazioni, costruttori, progettisti e infine utenti – proponiamo la costituzione di un Tavolo di lavoro tra operatori privati e pubblici sul tema dell’abitare sociale, un reale osservatorio sulla casa orientato ad una definizione univoca di Social Housing, allo studio di nuovi strumenti locali operativi di pianificazione integrata e forme di promozione e garanzia per la riuscita degli interventi in fase di programmazione, anche con riferimento alle buone pratiche messe in campo in altri contesti europei e nazionali” afferma Francesco Tuccillo, presidente dell’Acen.