Ripreso l’abbattimento delle vele di Scampia a Napoli. Il 20 febbraio la ruspa ha buttato giù i primi pezzi della Vela Verde tra gli applausi delle persone del quartiere. Quando questa fase sarà terminata, si provvederà alla ristrutturazione dell’ultimo edificio e alla riqualificazione del quartiere. La demolizione delle Vele ha un significato enorme per l’intera città, è la cancellazione di un simbolo che associa la città partenopea a droga e malavita.
L’abbattimento delle Vele di Scampia
20 febbraio ore 11.17, due mezzi cingolati aggrediscono la struttura della Vela verde di Scampia. Mentre i pezzi vengono giù, tutt’intorno la gente del quartiere applaude, esulta. Il giorno che attendevano da tempo è arrivato. La demolizione delle Vele di Scampia, infatti, renderà più vicino il progetto di riqualificazione dell’intera area che darà nuovi alloggi agli abitanti e un nuovo volto a tutto il quartiere. Le Vele di Scampia erano un complesso di 7 edifici raggruppati in due lotti. Il lotto M comprendeva gli edifici A, B, C, D; il lotto L invece gli edifici F, G, H. Nel 1997 fu abbattuta, con l’uso di esplosivo, la Vela F, tre anni dopo fu la volta della Vela G e nel 2003 della Vela H. Con quest’ultima operazione si sta provvedendo alla demolizione delle Vele A, C e D mentre la B sarà ristrutturata. Le operazioni di demolizione dureranno 40 giorni e altri 16 ci vorranno per frantumare il materiale e sistemare le aree aperte.
La storia delle vele prima della demolizione
Le Vele di Scampia furono progettate dall’architetto di Franz Di Salvo che si ispirò Le Unités d’habitation di Le Corbusier. Una sorta di architettura sociale secondo cui gli appartamenti sarebbero stati di piccola metratura perché la gran parte della vita si sarebbe svolta al di fuori con l’ausilio di tutta una serie di strutture: aree verdi, spazi ricreativi. La realizzazione pratica del progetto portò alla costruzione degli alloggi ma non agli spazi adibiti alle attività sociali e questo contribuì in gran misura al destino delle Vele fino alla loro demolizione. Subito dopo il terremoto in Irpinia del 1980 l’assegnazione degli alloggi subì un’interferenza, se così vogliamo chiamarla. Molte famiglie che erano rimaste senza abitazione occuparono abusivamente gli alloggi che in molti casi non erano ancora completati. In alcuni mancava l’elettricità o addirittura i servizi igienici. L’incompiutezza dell’opera da un lato, il degrado incalzante dall’altro le hanno rese il quartier generale della criminalità organizzata e la piazza di spaccio più grande d’Europa.
Il degrado delle vele di Scampia
Le Vele di Scampia sono il surreale anello di congiunzione tra Le Corbusier e Saviano. La loro storia è iniziata con l’idea di quello che dovevano essere, è proseguita con la riflessione di quello che potevano essere e terminata con l’amara constatazione di quello che non sono mai state. L’abbattimento delle Vele segna al tempo stesso il fallimento di un progetto, una nuova speranza per la gente del quartiere e una nuova chance per l’intera città che potrà liberarsi di un simbolo negativo che ha fatto il giro del mondo. Il progetto Re-Start Scampia prevede, dopo la demolizione delle Vele A e C e la ristrutturazione della B, che diventerà la sede della Città Metropolitana, una gara internazionale per reinventare l’intera area della periferia a nord della città.