Questa volta i frenetici giri di giostra per le poltrone del mercato del lusso vedono lo stilista belga Raf Simons appropriarsi con meriti esaltati dallo stesso Steve Shiffman (Ceo di Calvin Klein).
Simons, dopo l’addio a Dior e l’esperienza solitaria all’ultimo Pitti in terra toscana, inizia quindi la collaborazionecon il celebre marchio statunitense in veste di Chief creative officer e non di direttore creativo, ruolo affidato invece a Pieter Mulier, braccio destro di Simons anche con LVMH, per il settore dell’abbigliamento e degli accessori, sempre e comunque sotto l’attenta supervisione del “purista“, soprannome che il visionario designer di Neerpelt si è guadagnato sulle passerelle.
Lo Chief creative officier avrà il compito di supervisionare la totale corporatura del brand sotto il profilo sia del design che della comunicazione e del marketing. Simons come generale dell’esercito di tutte le linee Calvin Klein, dunque. Alcune delle quali solo ultimamente sono state riacquisite con l’intento di attuare una nuova strategia globale che riunisca tutti i prodotti legai al marchio (Calvin Klein Collection, Calvin Klein Platinum, Calvin Klein Jeans, Calvin Klein Underwear e la collezione d’arredamento per la casa) sotto un’unica visione creativa.
Tutto il mondo della moda, lo stesso che negli ultimi tempi si è domandato con acuta curiosità su chi ricadesse la responsabilità, ma anche l’onore, di detenere le chiavi dell’azienda americana (amata e conosciuta in tutto il mondo per i tagli minimalisti anche nell’abbigliamento casual e nello sportwear) con un livello di autonomia che non si era più riconosciuta dai tempi guidati dallo stesso fondatore della maisòn, ora freme nell’attesa di ammirare le nuove collezioni firmate Raf Simons: Collezionista, appassionato d’arte e re della combo tra la purezza della sartorialità e l’universo subculturale di cui tanto subisce il fascino.