(Adnkronos) – A Milano l’offerta di alloggi a prezzi accessibili non è adeguata alla domanda. Lo evidenziano i risultati di una serie di ricerche realizzate da una rete di esperti di rilievo, tra cui Cresme, Politecnico di Milano, Nomisma, Bocconi, EvaLab e Avanzi, condotte per indagare sulle problematiche, sullo stato dell’arte e sulle prospettive di sviluppo dell’housing sociale in Italia. I dati sono stati presentati da Fondazione Housing Sociale in occasione del suo ventesimo anniversario, che si è celebrato alla presenza delle istituzioni.
I dati riportati sulle mappe geolocalizzate riportano collocazione, consistenza, accessibilità economica, selettività e tipologia dei promotori degli interventi. Queste differenti lenti analitiche hanno costituito la base per la costruzione di rappresentazioni tematiche. A Milano ci sono attualmente 16.681 alloggi in locazione a canoni calmierati, per lo più realizzati da fondi e cooperative edilizie.
Allargando il punto di osservazione, la distribuzione geografica delle iniziative che emerge dal primo rapporto sulla performance sociale del social housing in Italia, prodotto da Avanzi, evidenzia una maggiore presenza di interventi nelle regioni del Nord e del Centro Italia: in particolare, la metà dei progetti si trovano in Lombardia e Toscana (29,8% e 20,2% rispettivamente), mentre i rimanenti progetti sono distribuiti prevalentemente in Emilia-Romagna (18,1%), Piemonte (12,8%) e Veneto (9,6%), con diverse iniziative anche in Liguria, Lazio e Marche.
Più del 70% dei progetti si trova nei capoluoghi. Dalle ricerche presentate emerge la necessità di mettere in campo un mix coordinato di interventi di sistema sul fronte casa che punti a regolamentare il mercato residenziale privato, affitti brevi inclusi, ma non solo,rdo alle fasce di popolazione più vulnerabili: “Proprio per la complessità del tema, però, occorre evitare semplificazioni nelle soluzioni -spiega Raffaella Saporito, associate professor of Practice of Government, Health and Not for Profit presso Sda Bocconi School of Management-.
L’idea di un piano di investimenti con un mix di capitali pubblici e privati che favorisca l’aumento dello stock abitativo è certamente da accogliere con entusiasmo. E l’housing sociale, così come viene inteso in Italia, ossia una residenza in locazione a canoni calmierati e in vendita a canoni convenzionati per lo più realizzata da privati, ma non solo, è una parte di questo mix”. Tra le criticità emerse nel fornire una risposta adeguata alle esigenze di sviluppo dell’housing vi è il tema dell’accesso al capitale. L’housing sociale richiede, per le sue caratteristiche, capitali di lungo termine, disposti quindi a essere ripagati in un orizzonte temporale non inferiore ai 30 anni e con una motivazione a generare un positivo impatto, ma soprattutto tassi inferiori a quelli di mercato.
L’indagine realizzata da Università Bocconi propone, sulla scorta dell’esperienza francese e di quella olandese, pur molto diverse tra loro, ma unite da strumenti economico finanziari della stessa natura, la strutturazione di un fondo nazionale di garanzia per gli interventi di social housing pensato per la situazione italiana. I casi analizzati mostrano come vi sia un concorso tra istituzioni pubbliche e soggetti privati nello sviluppare le operazioni e come le banche di sviluppo, nei casi francese e olandese, abbiano giocato un ruolo fondamentale nel supportare i progetti.
Ad integrazione dell’analisi, con il contributo di Cresme, è realizzata una mappatura del fabbisogno di housing e della tipologia di risposta abitativa realizzabile sui diversi territori; la ricerca incrocia i prezzi medi di mercato con la domanda, analizzando i dati in termini quantitativi.
In relazione all’offerta che già esiste sul mercato si può, infatti, ipotizzare dove l’housing sociale abbia ragione di esistere e dove invece, dati i valori di mercato già molto bassi, sia necessario per dare risposta alla domanda abitativa avvicinarsi a canoni paragonabili all’Erp e quindi ad una soluzione non percorribile per un privato se non a fronte di una porzione di fondo perduto. Si tratta di una mappatura sintetica, per province e comuni capoluogo, che incrocia i prezzi medi di mercato con la domanda in termini quantitativi.
Nata nel 2004 su impulso di Fondazione Cariplo, Fondazione Housing Sociale punta a rispondere in modo mirato alla crescente emergenza abitativa, attraverso la promozione di iniziative che favoriscono la realizzazione di alloggi a canoni calmierati. Dal 2004 le due fondazioni promuovono lo sviluppo dell’housing sociale in Italia, con l’obiettivo di affrontare concretamente l’emergenza casa.
Ad oggi, hanno messo in campo un ventaglio di azioni integrate per rispondere alle esigenze abitative di diversi target coinvolti, in chiave di accessibilità economica e inclusione. Il social housing è indirizzato a giovani coppie, anziani, immigrati, studenti e in generale a coloro che vivono una particolare condizione di fragilità socioeconomica, ai quali offre, a seconda dei casi e delle convenzioni, diversi servizi o residenziali erogati con un approccio ‘tailor made’.
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