L’idea era considerata all’inizio troppo strana e fuori dalle convenzioni comuni per essere degna di attenzione, tuttavia, contro ogni aspettativa, ha conquistato piano piano i cuori e l’attenzione dei più. Un sito web, pagine di giornali e un tour che abbraccerà molte città della Gran Bretagna per concludersi, poi, a Perth in Australia accompagneranno la chermesse.
Si tratta di uno spazio dedicato alla condivisione con l’obiettivo di insegnare, senza troppa scienza, a indossare letteralmente le scarpe degli altri. L’ex docente di Cambridge Roman Krznaric è convinto che non sia veritiero l’assunto secondo cui l’uomo sia per natura un essere concentrato solo su sé stesso; il filosofo, sostiene che l’individuo sia diventato egoista col passare dei secoli privilegiando i propri interessi a discapito dell’altruismo e della solidarietà. Secondo Krznaric il principale colpevole di questa concezione umana sembrerebbe essere Thomas Hobbes e le sue teorie.
L’assunto posto alla base dell’idea è quello secondo cui gli uomini possono essere altruisti, Krznaric, avido lettore di Harper Lee, è convinto che la celebre frase de “Il Buio oltre la siepe” «Non puoi davvero capire un’altra persona fino a quando non consideri le cose dal suo punto di vista, fino a quando non entri nella sua pelle e non ci cammini dentro» può essere applicata alla realtà moderna nonostante l’apparente penuria etica.
Si chiama museo, tuttavia, è totalmente l’opposto del solito museo vittoriano al quale gli inglesi sono abituati; si tratta di un momento di vera e pura condivisione. Quando si dice “entrare nelle scarpe altrui” non si tratta di una similitudine, i visitatori, possono davvero indossare le scarpe che sono appartenute a persone lontane dalla propria realtà. Profughi, operai, banchieri della City, insomma si può camminare per un po’ nelle scarpe di un altro avendo cura di apprezzarne la differenza. Sul sito dedicato, empathymuseum.com, ci sono moltissimi consigli letterari e cinematografici per chi volesse potenziare la propria capacità empatica e imparare ad entrare in contatto con l’altro.
Il museo, ha lo scopo di stimolare l’empatia vera, con l’obiettivo di insegnare ai visitatori un atteggiamento totalmente nuovo rispetto a quello quotidiano. Molti, in effetti pensano di essere altruisti poiché si dedicano a conoscenti e amici, tuttavia, queste, sono persone con cui generalmente si hanno molte affinità, individui simili. La vera essenza dell’altruismo, quella a cui mira il progetto, è quella che ci permette di entrare in contatto con persone lontane anni luce dal nostro modo di essere, che ci permette di comprendere queste persone e addirittura di trovare dei punti comuni con un nostro avversario. Un esempio simile e molto interessante è il Parents Circle, un forum di famiglie israeliane e palestinesi che si incontrano regolarmente per trovare punti di unione fra le loro culture anziché concentrarsi sui punti che le dividono.
Il gesto di indossare le scarpe altrui potrebbe sembrare uno scherzo ma il professor Krznaric ci tiene e sostiene che se si fosse veramente in grado di insegnare l’empatia, quella vera, questo comporterebbe un grande cambiamento globale nel modo di relazionarsi. C’è chi poi, sempre in tema empatia, non vede di buon occhio l’iniziativa e mette in guardia dal mettersi nelle scarpe altrui poiché potrebbero essere quelle degli abitanti del Ghetto di Varsavia ma anche quella di Hitler.