La necessità di definire un approccio europeo comune verso i beni culturali è stata al centro, a Palazzo Medici Riccardi, del secondo appuntamento della quattro giorni dedicata all’istituzione di una infrastruttura europea di ricerca permanente sui beni culturali, con in prima fila due progetti a guida italiana, IperionCH e Parthenos, finanziati dalla Commissione Europea, nel quadro del programma di sostegno alla ricerca e all’innovazione Horizon 2020.
Le quattro giornate dedicate al patrimonio culturale sono state aperte nel Salone dei Dugento di Palazzo Vecchio, dal convegno di approfondimento proprio su IperionCH, progetto targato Cnr, che punta al lancio di una infrastruttura internazionale sulla conservazione e il restauro dei beni culturali. La sessione dei lavori sarà l’occasione per una riflessione più ampia sul futuro della cultura e delle scienze del patrimonio.
All’appuntamento ha partecipato la vicesindaca e assessora all’università e alla ricerca Cristina Giachi.
«Firenze – ha sottolineato la vicesindaca Giachi nel suo intervento – per la sua storia e per il suo presente, appare il luogo ideale per ospitare l’innesto dell’innovazione tecnologica nella tradizione, soprattutto se oggetto dei processi messi in campo è il patrimonio culturale. Il valore universale di tale patrimonio è il principale motore di ogni investimento nella conservazione dei beni culturali, e la conservazione è la prima e fondamentale garanzia di ogni valorizzazione possibile della nostra eredità culturale».
«La storia – ha aggiunto – ci insegna quali e quanti siano i fattori fondamentali della conservazione e della valorizzazione dei beni culturali: investimento istituzionale, innovazione e ricerca, supporto culturale per garantire la consapevolezza diffusa del valore di quegli investimenti pubblici. Oggi, con il finanziamento europeo di progetti come quello che stiamo avviando, possiamo dire di essere sulla via migliore possibile per garantire che la retorica sulla tradizione e il patrimonio culturale come fondamenti dell’identità europea si traduca prima in scelte politiche e amministrative, poi in infrastrutture di ricerca in grado di reggere le sfide che i tempi ci propongono».
«La nostra amministrazione – ha concluso la vicesindaca – vede tutte le potenzialità di una infrastruttura di ricerca dedicata a questo scopo: ricadute occupazionali, indotto economico e culturale, stimolo e sollecitazione per i centri di ricerca già presenti sul territorio; ricadute sull’identità culturale della città. Firenze è, del resto, un luogo nel quale scienza e arte procedono insieme, vicine, innestate l’una nell’altra, anche a partire da importanti figure di artisti/scienziati di un passato glorioso, come Leonardo, o Brunelleschi, o Galileo».
A Palazzo Vecchio, si daranno appuntamento i maggiori esponenti istituzionali del mondo della cultura e della ricerca, primi fra tutti il ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini e il ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, Stefania Giannini, che discuteranno dei nuovi orizzonti e delle possibilità offerte dalla creazione di un’area di ricerca europea per la scienza del patrimonio.
Nel corso dell’evento pubblico moderato da Luca Pezzati (coordinatore di IperionCH) verrà introdotta ‘E-RIHS: Shaping the European Research Area of Heritage Science‘, proposta per una infrastruttura di ricerca europea sulla scienza del patrimonio.
La discussione su E-RIHS, che nasce dalla collaborazione di due progetti internazionali a guida italiana sulla conservazione e restauro (IperionCH) e sul patrimonio archeologico (ARIADNE), potrà contare inoltre sui contributi del Presidente del Cnr Luigi Nicolais, di Fernando Ferroni (Presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) e di Federico Testa (presidente dell’Enea – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), che hanno fatto il punto sullo stato della ricerca italiana sui beni culturali