A cosa serve il floppy disk? Quanti di voi lo sanno? Parlare al presente di un articolo caduto in disuso da circa trent’anni può sembrare strano. O forse no. Anche se la tecnologia digitale ha fatto passi da gigante, la memorizzazione esterna rispetto al PC è un’esigenza ancora attuale. Pensiamo poi a quei Paesi, come il Giappone, che li hanno utilizzati fino a pochi giorni fa. Avete letto bene: il governo giapponese ha annunciato l’abolizione delle leggi che imponevano l’uso dei floppy disk.
La svolta innovativa del Giappone
Lo scorso anno, il ministro degli Affari digitali del Giappone, Taro Kono, aveva letteralmente dichiarato guerra ai floppy disk. I dispositivi di archiviazione digitale, in barba ai progressi della tecnologia digitale, aveva ancora largo uso nella burocrazia. Fa specie apprendere una simile notizia conoscendo il Giappone come uno dei Paesi sede di aziende da sempre leader dell’innovazione. Fa ancora più specie sapere che durante la pandemia da Covid 19 gli aggiornamenti sulle cifre relative ai contagi e ai vaccini erano stati comunicati attraverso fax. I lavoratori da remoto, inoltre, erano costretti a utilizzare gli hanko, i tradizionali timbri utilizzati per convalidare i documenti.
Kono ha deciso che era il momento per il Giappone di imprimere una svolta digitale significativa alla pubblica amministrazione e dopo circa un anno, lo scorso 28 giugno ha dichiarato vittoria. Il governo ha abolito 1.034 regolamenti che imponevano l’uso del floppy disk come metodo di archiviazione digitale. L’unica eccezione è rappresentata dalla norma che riguarda il riciclo di automobili. La svolta digitale ha coinvolto anche i fax e la carta. Affinché la digitalizzazione si compia sarà necessario del tempo, bisognerà convertire i 1.900 servizi amministrativi che finora hanno avuto fax e carta come supporto per inoltrare richieste di vario tipo oppure per archiviare i documenti. Almeno, il via è stato dato.
A cosa serve il floppy disk?
Creato nel 1967 da IBM, il floppy disk è stato per decenni il dispositivo di memorizzazione più utilizzato. Il supporto digitale di tipo magnetico ha conosciuto il periodo di maggiore splendore tra gli anni Settanta e i Novanta. In questo periodo ha subito numerose evoluzioni che lo hanno portato a diventare sempre più piccolo di dimensioni e più capiente di dati. La prima metà degli anni Duemila ha visto il floppy diventare un oggetto obsoleto: l’ingresso per il floppy è gradualmente scomparso dai pc e le aziende hanno smesso di produrlo. L’ultima azienda è stata la Sony che ha terminato la produzione nel 2011. E’ innegabile, però, che il suo contributo sia imprescindibile. Basti pensare che anche i più moderni programmi di videoscrittura continuano a conservare l’icona del floppy per indicare il salvataggio dei contenuti.
Cosa usiamo oggi?
L’avvento di internet ha rivoluzionato anche il mondo dell’informatica. I sistemi di archiviazione digitale si sono evoluti e diversificati per rispondere alle più disparate esigenze. Si passa dalle pen drive USB ai cloud. Le pen drive hanno diverse capienze e possono contenere dati fino a un massimo di 32 GB. I cloud possono contenere dati per un massimo di 1T il cui accesso è disponibile attraverso i browser di ricerca internet.