Il 6 e il 9 agosto del 1945 viene effettuato il lancio di due bombe atomiche che distruggono le città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki.
75 anni fa e quel lancio delle bombe, prima Hiroshima poi Nagasaki
È il 6 agosto del 1945. Sono passate poche settimane dal primo test nucleare della storia, compiuto il 16 luglio del 1945 ad Alamogordo, nel deserto del Nuovo Messico. In Europa la Seconda Guerra Mondiale è già terminata ma il Giappone, nonostante sia un Paese allo stremo, non intende arrendersi. Sono le 8 e 15 del mattino. L’aeronautica militare statunitense sgancia una bomba atomica, all’uranio, denominata in codice “Little Boy”. Ad essere colpita è la città di Hiroshima, che all’epoca aveva una popolazione di circa 255 mila abitanti. Travolte da una vera e propria tempesta rovente che avanza ad 800 km all’ora, muoiono all’istante almeno 70 mila persone. A queste vittime si aggiungono altre decine di migliaia di persone che perderanno la vita a causa delle radiazioni, nei giorni, nei mesi e negli anni seguenti.
I due aerei americani
Fu l’Enola Gay l’aereo che sganciò la prima bomba nucleare mai usata contro civili, battezzata Little Boy. L’aereo – che era pilotato dal colonnello Paul Tibbets e aveva a bordo 11 altri membri dell’equipaggio – fu accompagnato nella missione da altri quattro velivoli, due da ricognizione e due che volarono al suo fianco con strumenti di misurazione e fotografici, The Great Artiste e un aeroplano senza nome successivamente battezzato Necessary Evil, il male necessario. L’Enola Gay parteciperà qualche giorno più tardi anche all’operazione su Nagasaki, in quel caso pilotato da George W.Marquardt, come aereo di riconoscimento dell’obiettivo primario del bombardamento, Kokura.
Il bombardiere che il 9 agosto 1945 sganciò la bomba atomica Fat Man su Nagasaki fu Bockscar: sull’aereo viaggiavano 13 membri dell’equipaggio comandati e pilotati da Charles W.Sweeney, che già aveva partecipato all’attacco a Hiroshima al comando dell’aereo che gli veniva assegnato abitualmente, The Great Artiste. Quando il Bockscar arrivò a Kokura la città era coperta da nubi e fumo per gli incendi dopo il bombardamento del giorno prima nella vicina Yahata. L’aereo allora puntò verso il suo obiettivo secondario, Nagasaki, accompagnato da The Great Artiste e The Big Stink.
Il ricordo delle vittime in Giappone
Malgrado l’emergenza sanitaria del coronavirus – il Giappone commemora l’anniversario all’interno del parco del memoriale della Pace, al centro della città, sebbene in una forma più ridotta. Il numero dei partecipanti stato ridotto di circa un decimo, con rappresentanti di 80 nazioni che hanno accompagnato il premier nipponico Shinzo Abe. Una lista coi nomi delle 324,129 vittime è stata esposta dentro il cenotafio, e comprenderà le persone decedute negli ultimi 12 mesi. Alle 8:15 il rintocco della campana ha scandito l’inizio del minuto di silenzio; l’orario di 75 anni fa in cui l’ordigno atomico venne sganciato dal bombardiere statunitense ‘Enola Gay’, provocando i 140.000 morti.
Il messaggio del presidente Mattarella
“Il bombardamento atomico di Hiroshima -cui seguì, tre giorni dopo, quello su Nagasaki- vide l’umanità apprendere in pochi secondi l’esistenza di strumenti di autodistruzione totale“.
Inizia così il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il 75esimo anniversario della bomba atomica che distrusse completamente la città di Hiroshima, in Giappone.
Il Capo dello Stato ha voluto sottolineare come quando accadde alle due città giapponesi sia “tutt’oggi un monito costante a mantenere e sviluppare ulteriormente quel sistema di istituzioni ed accordi – con le Nazioni Unite al centro – creato dopo la Seconda Guerra Mondiale per garantire a tutti pace e sicurezza durature. L’architettura internazionale per il disarmo e la non proliferazione è una componente importantissima di tale sistema e ogni sua violazione rappresenta un passo verso l’olocausto nucleare“.