“I bambini a rischio a causa dei cambiamenti climatici sono oltre 700 milioni e l’impatto globale potrebbe essere ancora più duro per i bambini sotto i cinque anni che soffrono di malnutrizione. Attualmente sono 100mila i bambini che ogni anno muoiono nei paesi a basso reddito per la malnutrizione connessa all’impatto dei cambiamenti climatici. Inoltre entro il 2050 il numero di bambini malnutriti under 5 potrebbe aumentare di 20-25 milioni a livello globale”, ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children, l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare i bambini e tutelarne i diritti, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente.
I bambini sono la categoria più vulnerabile nel caso di disastri ambientali dovuti ai cambiamenti climatici : nei prossimi 10 anni, soltanto in Asia meridionale e in Africa 175 milioni di bambini potrebbero essere colpiti da legati catastrofi naturali legate ai cambiamenti climatici, che potrebbero causare la morte di 250.000 bambini in più ogni anno. I bambini sotto i 15 anni hanno infatti il 44% di probabilità in più di morire a causa di fattori ambientali rispetto al resto della popolazione e hanno più probabilità di essere vittime di eventi meteorologici estremi, con rischi più gravi per la salute. Secondo un’analisi condotta da Save the Children, ad esempio, tra il 2005 e il 2010 il 67% dei bambini più poveri dell’Etiopia è stato colpito dalle conseguenze negative di una calamità naturale , rispetto al 6,5% di quelli che vivevano nelle famiglie a più alto reddito.
“I bambini che nascono nelle famiglie più povere hanno fino a 10 volte in più di probabilità di subire le conseguenze di un disastro legato ai cambiamenti climatici”, continua Valerio Neri. “La malnutrizione e la salute di questi bambini è strettamente collegata alle condizioni di povertà in cui vivono e l’impatto che un disastro ambientale può avere su di loro ha conseguenze drammatiche. Basti pensare che l’85% del tasso globale di malattie causate dai cambiamenti climatici è a carico dei bambini sotto i 5 anni. Sono bambini che nascono spesso con problemi di salute dovuti alla malnutrizione della madre o alla scarsa igiene in cui vengono alla luce, in cui si muore per la malaria, per una diarrea o per un banale raffreddore. Per quei bambini l’impatto di una siccità o di un’inondazione può essere fatale più che per chiunque altro”.
“La conservazione della natura e degli equilibri ambientali non è questione che riguarda solo la difesa di specie biologiche a rischio di estinzione. Non si tratta di difendere foreste o fiumi o terreni agricoli come valori in sé, ma è un problema direttamente connesso con le risorse su cui nuove generazioni, tanto più se povere, dovranno e potranno contare. Oggi la conservazione dell’ambiente è anche un vero e proprio problema umanitario”, spiega ancora Valerio Neri.
Il tema delle emergenze e dei disastri ambientali, spesso causati dai cambiamenti climatici, è infatti protagonista anche del percorso sviluppato all’interno del Villaggio di Save the Children ad Expo. “Abbiamo voluto raccontare portare il tema delle conseguenze nei cambiamenti climatici anche nel nostro padiglione in Expo per raccontare cosa significa per un bambino nascere in un paese in cui i proprio i bambini sono le principali vittime dei disastri ambientali”, conclude Valerio Neri. “È fondamentale che anche in un evento come Expo, dedicato al tema Nutrire il pianeta, energia per la vita, si parli delle conseguenze dei cambiamenti climatici sulla nutrizione e sull’impatto che i disastri naturali possono avere sulla mortalità infantile.”
(Save the Children)