La giornata in cui Adolf Hitler fece visita alla Roma dell’Italia in pieno fascismo s’intreccia con i conflitti interiori di due solitudini incomprese in una situazione straordinaria, per dare vita all’atto unico 6 maggio 1938, tratto dal film “Una giornata particolare” di Maurizio Costanzo, Ruggero Maccari ed Ettore Scola, che il regista Guglielmo Lipari porterà in scena negli spazi del Teatro la giostra di Napoli.
Interpretato da Anna Rapoli e Marco Abate, 6 maggio 1938 è il giorno della storica visita del grande alleato tedesco nella capitale dell’Italia Fascista per incontrare Mussolini e atteso da decine di migliaia di uomini, donne e bambini, pronti a dimostrargli tutta la loro calorosa accoglienza.
In un caseggiato popolare, Luciana, moglie disfatta da sei maternità e da un marito che la trascura, pur essendo fascista convinta e grande ammiratrice del duce, è costretta a rimanere in casa per occuparsi delle faccende domestiche.
Quando la sua pappagalletta esce dalla gabbia e si adagia sulla finestra della casa di fronte, è costretta a bussare alla porta del solitario proprietario che, diversamente da tutti gli altri nel palazzo, non è accorso a salutare l’avvento di Hitler.
Antonio è un affascinante annunciatore radiofonico verso cui Luciana prova da subito un’attrazione fortissima. I due s’inseguiranno per tutto il tempo, cercando di consolare le loro pene. Quando la donna scoprirà le vere tendenze politiche dell’uomo, non riuscirà a placare il suo desiderio verso una persona così “insolitamente” gentile, fino a scoprire il vero segreto che egli cela.
“Spazio e tempo – spiega il regista – sono ridotti all’osso per evidenziare la profondità emotiva ed intima dei personaggi, due infelicità incomprese, due sconfitti. Ho lavorato sulla sottrazione per scandagliare l’animo umano e contestualizzarlo nel sentire dell’epoca, offrendo una riflessione sul tempo e su come due punti di vista, inizialmente inconciliabili, finiscano entrambi per avvicinarsi e coincidere”.
6 maggio 1938 ha come protagonisti gli emarginati del regime totalitario fascista, ponendo al centro i disagi e le conflittualità di due solitudini come tante, che, in mezzo a un mare di gente, non si erano mai riconosciute come tali.
Luciana e Antonio “indossano” i vestiti che il fascismo ha cucito loro addosso, e sullo sfondo la drammaticità di un evento storico che ha cambiato le sorti dell’Italia fascista e offre uno spaccato culturale dell’Italia fascista, che si appresta a entrare nella II guerra mondiale.