E’ ormai assodato che il 5G sia un’opportunità di sviluppo per tutto il Paese, tuttavia, è altrettanto assodato che, se non si opera una capillare informazione sui benefici del 5G ai futuri fruitori della tecnologia, c’è il rischio che questa non decolli affatto.
E’ quanto è emerso durante il summit del 13 dicembre il” 5G: l’Italia sarà leader?” organizzato dal Gruppo Digital360, quando è stato sottolineato che è di fondamentale importanza non solo informare i cittadini sulle potenzialità della nuova tecnologia, ma anche le Pubbliche amministrazioni e le aziende. Ad evidenziarlo è stato Francesco Sortino, Chief Marketing Officer di Linkem secondo cui i possibili ostacoli allo sviluppo del 5G sono legati prevalentemente ai futuri fruitori che, per abbracciare la nuova tecnologia, devono necessariamente operare una radicale trasformazione culturale. Il grande investimento che deve mettere in piedi il sistema Paese non deve essere legato solo al meccanismo di configurazione della rete o alle offerte per il cliente (che sono comunque due elementi cruciali della trasformazione), ma deve essere legato anche ad una crescita culturale dei ministeri collegati al territorio (scuola, università, sanità etc..).
E’ dello stesso avviso anche Umberto De Julio, Presidente di Anfov secondo cui uno dei rischi più alti in questo momento è quello di trovare un Paese impreparato a raccogliere tutte le innovazioni che si presenteranno. Le aziende devono essere consapevoli di dover cominciare ad operare una reale trasformazione digitale, puntando sulla formazione del personale, sul cambiamento dei modelli di business, e sulla totale riorganizzazione interna. Sappiamo che le grandi aziende lo stanno facendo e lo faranno, ha proseguito De Julio, perché hanno la disponibilità economica e possono pagare grosse società di consulenza che le aiutano; per le piccole e medie aziende invece questo diventa molto più difficile. Poiché la struttura del nostro Paese è basata principalmente su queste PMI, è evidente che ci vuole un programma forte di trasformazione digitale, e quindi industria 4.0, che va potenziata nel tempo.
Anche l’onorevole Mirella Liuzzi del Movimento5 Stelle ha puntato molto proprio sulla formazione 4.0. Durante la discussione alla Camera dei Deputati, ha detto l’onorevole, è stato approvato un mio emendamento per rifar ripartire il credito d’imposta (tax credit) sulla formazione 4.0 , ponendo però un obiettivo particolare sulle piccole e medie imprese. Si è deciso quindi di aumentare il credito di imposta dal 40% al 50% perché le PMI non riescono ad affrontare da sole la sfida digitale sia per problemi di finanziamenti sia per i limiti legati alle competenze che non sono ancora adeguate. Inoltre, l’onorevole ha dichiarato che sono stati messi a disposizione 25 milioni di euro per dare alle piccole e medie imprese la possibilità di affidarsi a consulenze specializzate (i manager del digitale) per un supporto, anche occasionalmente, alle PMI che vogliono realizzare un piano digitale e di avanzamento.
Un altro argomento spinoso che si è affrontato durante il summit, e che costituisce uno dei possibili ostacoli allo sviluppo del 5G, è la corretta informazione ai cittadini, specialmente per quanto riguarda l’elettrosmog. Tutti ci lamentiamo se la connessione è lenta e se il cellulare non prende, ma quando ci si adopera per garantire la bassa latenza e un servizio mobile senza buchi di copertura attraverso la realizzazione di nuove infrastrutture, nessuno sostiene più la causa. Secondo Umberto De Julio, Presidente di Anfov questo grandissimo investimento in cui è coinvolto tutto il Paese comporta una serie di ostacoli da non sottovalutare anche se, quelli che preoccupano maggiormente gli operatori e gli addetti ai lavori, sono i limiti dell’elettrosmog e i permessi. Anche se è opinione comune che l’Italia debba allineare i suoi vincoli (troppo restrittivi) al resto d’Europa, è necessario comunque che si intervenga anche con un lavoro più capillare e mirato. E’ fondamentale un’alleanza, secondo Umberto De Julio, con le Associazioni del territorio per andare in giro a spiegare a che cosa servono queste innovazioni e, nel caso specifico del 5G, probabilmente servirà anche raccontare e spiegare perché non bisogna preoccuparsi di queste nuove tecnologie. Gli amministratori locali e i cittadini non sono tenuti a leggere le riviste e a informarsi, continua De Julio, ecco perché bisogna andare sul posto, avvicinarsi fisicamente al territorio e alle persone, e iniziare a raccontare...
Sull’argomento dell’ elettrosmog è intervenuta anche l’onorevole Mirella Liuzzi, dichiarando che c’è stato un tavolo conoscitivo della Commissione Trasporti con i più importanti operatori di telecomunicazioni per essere maggiormente informati sull’elettrosmog, e che si è arrivati alla conclusione, condivisa, che è necessario un reale cambio dei limiti perché troppo restrittivi rispetto al resto d’Europa. Poiché è stato appurato scientificamente che i limiti più bassi a cui si attengono gli altri paesi non comportano danni per la salute, ha detto l’onorevole, è evidente che possiamo adeguare le normative italiane affinché ci si allinei con il resto d’Europa. Poiché la questione era già stata affrontata nel 2017 dalla precedente legislatura, continua l’onorevole, ma si era arenata, è necessario riprendere il punto, ma con la consapevolezza di far capire ai cittadini se ci sono eventuali rischi e cosa può andare bene e cosa no, perché c’è il concreto problema di poter scaturire una psicosi collettiva.
E’ importante quindi che tutti gli attori coinvolti direttamemnte nello sviluppo del 5G contribuiscano a informare correttamente i media e i cittadini, per evitare che si generino e diffondano come un tam tam notizie errate in grado di condizionare l decollo di questa tecnologia così cruciale per lo sviluppo del nostro Paese .