(Adnkronos) – Nel mondo sono 21 le malattie tropicali neglette (o Ntds) e la popolazione interessata arriva a 1,7 miliardi di persone. “In Italia abbiano due di queste patologie autoctone, leishmaniasi e l’echinoccosi cistica, ma il nostro è un Paese a rischio per le Ntds per il cambiamento climatico e per l’introduzione del vettore potenzialmente suscettibile per alcune di queste patologie dovute ad arbovirosi, ad esempio la Dengue e Chikungunya”.
Così all’Adnkronos Salute Emanuele Nicastri, direttore Uoc Malattie infettive ad alta intensità di cura (Miaic) dell’Inmi Spallanzani di Roma che oggi, in occasione della Giornata mondiale delle malattie tropicali neglette, ospita una seminario dedicato a questo gruppo di patologie molto diverse tra loro e causate soprattutto da parassiti, ma anche da batteri, virus, funghi e da avvelenamento da morso di serpente. Parliamo, tra le 21 patologie, della malattia di Chagas, della lebbra, della leishmaniasi, la schistosomiasi, la Dengue e l’echinoccocosi cistica.
Secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, dal primo gennaio al 31 dicembre 2023, in Italia sono stati registrati “362 casi confermati di Dengue (82 casi autoctoni e 280 casi associati a viaggi all’estero, età mediana di 37 anni, 52% di sesso maschile e 1 decesso); 9 casi confermati di Zika Virus (tutti associati a viaggi all’estero, età mediana di 30 anni, 44% di sesso maschile, nessun decesso); 7 casi confermati di Chikungunya (tutti associati a viaggi all’estero, età mediana di 42 anni, 71% di sesso maschile, nessun decesso)”.
Perché in Italia stanno prendendo sempre più piede malattie sconosciute alle nostre latitudini? “L’introduzione del vettore è la ‘condicio sine qua non’, in Italia non c’era la zanzare tigre fino a 20 anni fa – precisa Nicastri – oggi è presente in tutta la penisola dalle Alpi alla Sicilia, se c’è il vettore è solo una questione di tempo la trasmissione di patologie come la Dengue o la Chikungunya, come è avvenuto. Ma è un fenomeno non solo italiano ma dell’area del Mediterraneo.
C’è il caso emblematico del Lazio che in estate ha avuto tre focolai distinti registrati in contemporanea, ma non sarà più un caso fortuito – avverte – E’ il segnale di un cambiamento che ci deve mettere in allerta nel futuro”. La malattia di Chagas, conosciuta anche come tripanosomiasi americana, è una malattia infettiva causata dal protozoo Trypanosoma cruzi. La malattia è diffusa in Centro e Sud America ed è trasmessa principalmente dalla puntura di insetti simili a cimici ed è la terza malattia parassitaria più frequente al mondo.
“Questa patologia qualche anno fa era confinata nell’America Latina – ricorda Fabrizio Bruschi, presidente della Società italiana di parassitologia, tra i relatori del seminario – Questo ci fa capire come malattie così lontane un tempo, oggi non lo sono più e si pone il tema della prevenzione”.
Tra i relatori del seminario anche Adriano Casulli, del dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto superiore di sanità: “Nel prossimo G7 Salute che sarà guidato dall’Italia auspichiamo si possa arrivare a un documento unico sulle malattie tropicali neglette, condiviso con il nostro network internazionale”.
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