Buon anno nuovo, benvenuto 2022! Non faremo ricorso né alla numerologia e neppure alla simbologia cui tanto si stanno appassionando in questi giorni tanti tuttologi specie in rete. Vogliamo solo farvi e farci gli auguri per un anno che possa iniziare bene e portarci cose concrete e buone.
Di sicuro la ricorrenza del numero 2, al di là dei significati divinatori attribuiti dai soliti noti che fanno bella mostra di se in improbabili trasmissioni televisive e non ben definiti siti web, è palese visto che cade ben tre volte nella numerazione dell’anno ma che sia foriero di presagi benevoli o malevoli poco ci interessa.
Bando al lato ludico allora e alla ricerca dei significati reconditi che si possono nascondere nei numeri e facciamo un’analisi di come si presenta questo nuovo anno e cosa sarebbe auspicabile potesse portare con se per tutti noi. Un augurio ma anche una presa di coscienza per affrontarlo nel migliore dei modi.
2022: terzo anno dell’era del Covid
Sembra quasi di leggere, o scrivere se volete, un romanzo quando si pensa al nuovo anno perché sovviene il vecchio modo di datare con la dicitura Anno Domini e via di seguito. Tutto questo per dire che entriamo nel terzo anno di pandemia e ci entriamo, forse, nel peggiore dei modi guardando i dati e guardandoci indietro.
L’economia, certo, da segni di ripresa ma la condizione sociale che viviamo è sempre più scadente. La vaccinazione che doveva essere il momento del riscatto per uscire fuori a “rivedere le stelle” è diventato un altro campo di battaglia aspra e a tratti davvero insulso. Uno zoccolo duro di sei milioni di persone – solo in Italia – che rifiuta qualsiasi approccio scientifico.
Tre milioni di persone, sempre solo in Italia, che disconosce l’esistenza stessa del virus e di conseguenza assume comportamenti votati al non sense più estremistico. Gente che giunge fino al vero e proprio autolesionismo più totale con molti finiti in ospedale, in terapia intensiva e diversi anche peggio; ma non c’è modo di ‘redimere’ queste persone.
2022: quale futuro?
Eppure, i messaggi che arrivano da parte di chi tira le fila dei governi nel mondo è di cauto ottimismo e si mette l’accento sul fatto che i piani economici di ripresa (resilienza no, per favore, cancelliamo questa parola odiosa) in Europa ma anche negli USA saranno forieri di un novello “new deal” del terzo millennio. Sarà vero?
Di fatto, basta leggere attentamente alcuni report di autorità terze ma sempre autorevoli per capire che molti sono auspici più che realtà consolidate. Di sicuro peggio l’economia non potrebbe più andare salvo voler prevedere un riaccendersi delle lotte sociali di stampo ottocentesco.
Il vero problema resta sempre la distribuzione della ricchezza che è e resta molto sperequata. Una piccolissima percentuale di persone detiene il 95% della ricchezza mondiale e tiene le briglie di questo sistema tardo capitalista, che non ha perso ma anzi ha incrementato la sua ferocia. Tutto ruota ancora troppo intorno al realizzarsi di interessi molto personali e poco sociali.
2022: cosa chiedere?
Inutile dire che le richieste, pubbliche o private che siano non possono esulare dalla voglia di uscire da questo tremendo periodo cercando di ristabilire una normalità nella vita quotidiana; mettendosi d’accordo su cosa significhi e s’intenda per normalità.
Superare la pandemia è la chiave per pensare ad un futuro, non ad un futuro più roseo o migliore ma proprio ad un futuro che possa dirsi tale. Salute e condizioni socioeconomiche sono i due binari su cui non possono non viaggiare i nostri desideri ma esiste una precondizione (forse utopistica ormai) e cioè che si ripristini un idem sentire che porti tutti ad una convivenza più pacata.
Migliorare le proprie condizioni di vita è il desiderio nemmeno tanto nascosto di tutti. Più che augurarsi che il nuovo anno ci porti ad esaudirlo bisognerebbe fare in modo tale che ognuno di noi concorresse attivamente a questo raggiungimento. Magari con un nuova coscienza collettiva che ci faccia considerare un vivere comune dove nessuno possa rimanere indietro.