Il WWF chiude l’anno 2015 con la lettura in chiaroscuro degli eventi e delle politiche ambientali in Italia e nel mondo. Certamente il 2015 è da ricordare come un anno estremamente significativo per le questioni ambientali e di sostenibilità a livello mondiale per 3 momenti chiave: l’Agenda 2030 approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con l’indicazione di 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che andranno attuati in tutte le nazioni, l’Accordo di Parigi, sottoscritto da 195 nazioni nella Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni unite sul cambiamento climatico tenutasi a Parigi, in cui si chiede di fare il possibile per mantenere la temperatura media della superficie terrestre sotto i 2 gradi C rispetto alla temperatura esistente in epoca preindustriale e possibilmente di stare sotto 1.5 gradi C. Inoltre la Lettera Enciclica “Laudato si’” sulla cura della casa comune resa nota a maggio da Papa Francesco.
Nel frattempo i numeri sui ‘limiti’ del Pianeta ci dicono che dobbiamo agire in fretta: qualunque azione deve tener conto di due fattori, la crescita della popolazione globale e i cambiamenti globali provocati dall’uomo tra cui quello climatico è il più eclatante. L’ultimo World Population Prospects delle Nazioni Unite, rilasciato nel luglio scorso, ricorda, infatti, che abbiamo raggiunto i 7 miliardi e 300 milioni di abitanti sulla Terra e che, seguendo la variante media di crescita (la più probabile), raggiungeremo nel 2050, i 9 miliardi e 700 milioni (all’inizio dell’epoca industriale, intorno al 1750, eravamo circa 800 milioni). La comunità scientifica internazionale ci indica quali sono i Planetary Boundaries, i confini planetari che non dovremmo sorpassare, pena effetti a cascata le cui conseguenze sono ritenute ingovernabili da parte delle comunità umane: uno di questi è il cambiamento climatico, in particolare la differenza tra quanta energia raggiante del Sole “entra ed esce” dalla nostra atmosfera.Questa differenza non dovrebbe superare 1 Watt per metro quadro, oggi siamo a 2.3 Watt per metro quadro e non è un caso che il nostro clima presenti una dinamica energetica fortemente modificata che produce drammatici effetti in tutto il mondo. Ecco come andrebbero dunque lette le cronache di questi ultimi tempi: siccità alluvioni, inquinamento urbano, dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, dalla Cina a diverse aree del sud est asiatico sino allo straordinario periodo di siccità e di forte inquinamento urbano delle città italiane.
Per il WWF bisogna cambiare passo modificando le impostazioni delle nostre economie ancora basate sulla crescita continua in un Pianeta dai chiarissimi limiti biofisici, dichiarati e studiati da tantissimi scienziati in tutto il mondo da decenni. Papa Francesco scrive nella sua Enciclica: “Il dramma di una politica focalizzata sui risultati immediati, sostenuta da popolazioni consumiste, rende necessario produrre crescita a breve termine. Rispondendo a interessi elettorali, i governi non si azzardano facilmente a irritare la popolazione con misure che possano intaccare il livello di consumo o mettere a rischio investimenti esteri. La miope costruzione del potere frena l’inserimento dell’agenda ambientale lungimirante all’interno dell’agenda pubblica dei governi … La grandezza politica si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi e pensando al bene comune a lungo termine. Il potere politico fa molta fatica ad accogliere questo dovere in un progetto di Nazione. (178)”
“Oggi è necessario mettere al centro del sistema economico il grande valore della natura senza il quale non è possibile alcun benessere e sviluppo dell’ umanità – ha dichiarato Donatella Bianchi, Presidente del WWF Italia – E’ questa una delle grandi battaglie che abbiamo sin qui portato avanti e che continueremo a fare. Il 2015 è stato per il WWF un anno di lavoro intenso che ci ha visto impegnati in oltre 1.000 progetti al livello globale: per garantire la tutela delle specie a rischio di estinzione minacciate dal bracconaggio, per garantire la salvaguardia degli ecosistemi più fragili, per contrastare i cambiamenti climatici in atto, per promuovere la cultura dell’ambiente a favore delle nuove generazioni, per orientare i mercati, le produzioni ma anche i consumi verso la sostenibilità. E i risultati si sono visti: grazie alle attività di anti-bracconaggio è stato registrato un incremento delle popolazioni di tigri in India e in Nepal. Anche la popolazione di panda in Cina è cresciuta di oltre 260 individui dall’ultimo censimento. Sono solo alcuni dei tanti successi che il WWF ha conseguito grazie ai tanti sostenitori, soci, attivisti che hanno voluto scommettere su questa nostra mission. E che continueranno a farlo, ci auguriamo, anche per il 2016, un anno particolarmente importante per il WWF Italia che compirà i suoi 50 anni”..
Ma di fronte allo scenario globale e ai richiami del mondo scientifico e non solo, il Bilancio 2015 delle politiche ambientali del nostro Paese non è roseo.
“Purtroppo l’ambiente continua ad essere la Cenerentola delle nostre politiche ambientali, sebbene sui tavoli internazionali il Governo quest’anno si sia mosso bene, dal clima all’Agenda Onu per lo Sviluppo Sostenibile fino alla difesa delle Direttiva di tutela della Natura europee –ha proseguito la Bianchi – Queste scelte però non riescono a tramutarsi in altrettanti atti coraggiosi e innovativi per l’ambiente nel nostro Paese. La nostra lettura in chiaroscuro vede un’Italia ancora restia ad emanciparsi dai condizionamenti degli interessi economici consolidati e a prospettare chiaramente la strada dell’economia de-carbonizzata e basata sul grande valore del capitale naturale del “Bel Paese”. Gli interessi della vecchia impostazione economica su temi qualil’energia, le infrastrutture, la tutela attiva della natura, le procedure semplificate che provocano elevati impatti ambientali e favoriscono il massacro del territorio, la repressione effettiva degli ecoreati continuano a farla da padrone”.
La principale cartina da tornasole secondo il WWF è su scala nazionale la quota dedicata alla spesa per interventi in campo ambientale (parchi, difesa del suolo, tutela del mare, commercio illegale di specie protette, bonifiche. ricerca ambientale/ISPRA) nella Legge di Stabilità 2016 che chiude il 2015 con un impegno di appena l’1,5% della spese complessive previste nella manovra (523 mln su 35 miliardi) destinate agli interventi per lo sviluppo sostenibile e per tutelare e valorizzare il capitale naturale del nostro Paese. Inoltre l’Italia ancora oggi ha la maglia nera in Europa per la violazione delle normative ambientali comunitarie (19 procedure d’infrazione).
Sul piano internazionale alla COP 21 sul Clima di Parigi il Governo ha chiesto un piano di impegni concreti e sostenuto la necessità di assumere il limite di 1,5 gradi per l’aumento della temperatura globale rispetto all’era preindustriale, allineandosi alla posizione dei paesi più avanzati, grazie alla mobilitazione della società civile. Su scala europea il Ministro dell’Ambiente Galletti ha sottoscritto il 26 ottobre scorso una lettera di 10 Ministri dell’Ambiente europei indirizzata al Commissario europeo dell’Ambiente Vella in difesa delle direttive che tutelano la natura d’Europa (Habitat e Uccelli) contro l’intenzione del presidente della CE Juncker di depotenziarle: intenzione contestata da oltre 500mila cittadini europei (ben 70.000 italiani) mobilitati dalle associazioni ambientaliste, con WWF in prima fila.
Quest’anno inoltre l’Italia si è impegnata anche nel Summit mondiale per lo Sviluppo Sostenibile di New York, del 25-27 settembre scorsi, dove è stata approvata l’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile secondo la quale anche il nostro paese dovrebbe impegnarsi a difendere la biodiversità marina e terrestre, attivare l’economia circolare con metodi di produzione e consumo sostenibili, contrastare i cambiamenti climatici, etc.