Dramma a Napoli, bimbo trovato morto in casa. Grave sua madre
Agghiacciante: morto a sei anni perché da due settimane in casa non c´era la corrente elettrica e per proteggersi dai primi freddi stagionali la madre aveva acceso un braciere a carbonella. Morto a sei anni perché con i vicini di casa, un “basso” alla Sanità, non c´erano rapporti e malgrado da qualche giorno non si vedessero in giro nessuno si è preoccupato. Sono stati prorpio quei vicini distratti e la padrona di casa ad avvertire, ironia della sorte, questa mattina i Vigili del Fuoco per via dell´odore nausebondo che da almeno un paio di giorni proveniva da quel basso chiuso. Dopo aver sfondato la porta i vigili hanno trovato sul letto sistemato su un soppalco di un monolocale di circa venti metri quadri, il bambino, Elvis junior, già morto e la madre, Manuela Fortes Rodrigues, di 40 anni, ora ricoverata in gravissime condizioni. Nella stanza, anche il braciere a carbonella con il quale cercavano di riscaldarsi e che avrebbe causato la morte del bambino e ridotto in fin di vita la madre. E´ una storia di solitudine e povertà quella finita con la morte per intossicazione da carbonio di Elvis Junior e il ricovero in gravissime condizioni della madre. Una condizione di indigenza vissuta con dignità, nonostante la mancanza di soldi e, qualche volta, di cibo.Solo poco tempo fa Manuela Fortes Rodrigues, che faceva lavoretti saltuari come colf, era stata costretta ad andare a chiedere qualche cosa da mangiare all´Istituto Ozanam di Capodimonte dove suo figlio frequentava la prima elementare, ma solo “a tarda sera perché di giorno si vergognava – come ha raccontato qualcunio che la conosceva – Manuela è una persona a cui non piace elemosinare. Ha sempre avuto un atteggiamento dignitoso”. Elvis a scuola era sempre provvisto di tutto il necessario, intelligente, solare, pignolo era ben considerato dai suoi compagni.Sapeva già leggere e scrivere. Adorava disegnare. Era molto ambizioso. Sognava di fare l´ingegnere. Oltre alle due sorelle della mamma, poca gente frequentava l´appartamento a piano terra di circa venti metri quadri in cui vivevano madre e figlio. Forse per questo i dirimpettai, una famiglia di immigrati dello Sri Lanka, e gli altri vicini hanno aspettato che l´odore proveniente dall´appartamento fosse nauseabondo prima di chiedersi se per caso a quella mamma sola e al suo bambino di sei anni non fosse capitato qualcosa di male. Purtroppo quel che a prima vista sembrava un incidente domestico, di quelli che, qualche volta, si verificano durante il periodo invernale, in verità si è mostrato in tutta la sua drammaticità come una tragedia dettata dalla povertà. Infatti, si è poi aprreso che era stata staccata, da due settimane, l´elettricità per morosità nei pagamenti delle bollette. Anche, forse soprattutto, queste sono le conseguenze, da un lato, della crisi economica, che da più di un anno spinge sempre più ampie fette di popolazione sotto la soglia di povertà, ma, dall´altra, è anche conseguente alla impossibilità, per gli Enti Locali, di far fronte, in maniera decisiva,nel cambiare le condizioni materiali di queste persone, e ciò, in seguito ai continui tagli che, il Governo centrale, opera proprio a scapito delle Politiche Sociali. Sarebbe bene pensare meno alla costruzione di “ponti” non necessari ed investire, invece, nella costruzione di politiche economiche che mettano,tutti nelle condizioni ottimali per costruire, questi si, “ponti” che riducano lo stato di bisogno e di indigenza delle nostre popolazioni. Solo così potremo evitare che queste tragedie continuino a verificarsi